Più che una conferenza di servizi si è trattato di un incontro pubblico con la popolazione per ribadire i rischi collegati all’istallazione della centrale a biomasse, la quale dovrebbe nascere al confine di Agnone e Belmonte del Sannio. L’incontro, convocato dal sindaco Anita Di Primo, si è tenuto nella struttura poliuso del comune altomolisano e ha visto la presenza dei sindaci di Pescopennataro, Vastogirardi, Capracotta, Poggio Sannita, del presidente della Provincia di Isernia, Alfredo Ricci, del consigliere regionale Andrea Greco e dei consiglieri di minoranza del comune di Agnone, Daniele Saia e Vincenzo Scarano.
«È una iniziativa poco chiara alla quale diciamo no – ha esordito il consigliere di minoranza ed ex sindaco di Belmonte del Sannio, Errico Borrelli -. A pochi giorni dal riconoscimento della transumanza patrimonio dell’Unesco che di fatto riconosce le peculiarità del nostro territorio, non capiamo come un’amministrazione, quella di Agnone, considerata da sempre amica, possa, senza una benché minima concertazione con i residenti e i comuni limitrofi, avallare un progetto del genere. Al contempo inammissibile il comportamento del sindaco Lorenzo Marcovecchio che ci vieta l’accesso agli atti. Inoltre resta da capire come farà l’impianto a funzionare visto che le aziende zootecniche e agricole del territorio non saranno in grado di soddisfare il fabbisogno di materiale previsto per la produzione di biometano – ha detto ancora Errico Borelli – dunque ipotizzabile che gli scarti vegetali e di natura animale arrivino da fuori regione. E chi si assicura che tra quegli scarti non ci sia materiale altamente inquinante per la salute dell’uomo?» l’inquietante domanda che Borrelli pone alla numerosissima platea.
«Oggi quello che è certo – ha aggiunto l’ex sindaco di Belmonte – è che l’impianto dal costo di 3,3 milioni di euro produrrà un fatturato di circa 1,7 milioni all’anno che moltiplicato per 23 annualità, il tempo di vita della centrale, arricchirà il privato promotore del progetto. Ricordo, quando nelle vesti di presidente della Comunità Montana Alto Molise, proposi una centrale a cippato che doveva nascere nell’area artigianale del comune di Agnone la quale avrebbe garantito la fornitura di acqua calda alle strutture pubbliche cittadine (scuole, ospedale, teatro, ecc), l’idea fu bocciata sul nascere e in quel caso parlavamo di cippato distante anni luci dalle biomasse odierne«. Di «scorrettezza istituzionale» ha parlato Di Primio riferendosi al modus operandi della maggioranza Marcovecchio, che dopo il caso del segretario, sconsigliato di partecipare agli ultimi lavori del consiglio comunale, cosa poi realmente avvenuta, «ci ha intimato, nero su bianco, di non convocare la conferenza di servizi di oggi». Spingere la commissione ambientale di Palazzo San Francesco a rivedere il parere favorevole dato per la realizzazione dell’impianto, il tema fatto emergere da Vincenzo Scarano che ha annunciato di presentare una istanza durante il prossimo consiglio comunale di Agnone convocato per lunedì 23 dicembre. A riguardo le minoranze hanno chiesto che l’assise, in programma per le 9,30, e alla quale molto probabilmente parteciperanno anche i responsabili della società Circeo Agricola srl, venga svolta al teatro Italo Argentino. Infatti tra i punti all’ordine del giorno inserita la realizzazione della centrale a biomasse che nel frattempo attende il parere della Soprintendenza del Molise, la quale già in passato (maggio 2019, ndr) ha bocciato il progetto lungo la provinciale 74 che collega i comuni di Agnone e Belmonte del Sannio. Seduto in prima fila anche l’avvocato Vincenzo Umberto Colalillo chiamato a spiegare le possibilità per un eventuale ricorso al Tar Molise nel momento in cui la Soprintendenza dovesse pronunciarsi favorevolmente all’istallazione dell’impianto. Come pure presente, l’agronomo Emidio Mastronardi, già dirigente della Regione Molise. Insomma, Belmonte del Sannio affila le armi e ribadisce, se ce ne fosse bisogno, che questa centrale non s’ha da fare. Con le buone o nelle di tribunale non farà differenza. L’eco è già ribalzato ad Agnone.