La Soprintendenza del Molise sarebbe intenzionata a bocciare il progetto della Circeo Agricola srl, società romana che vorrebbe installare una centrale a biomasse da 800 kw sul territorio di Agnone. Al momento si tratterebbe di indiscrezioni considerato che non esiste un documento ufficiale il quale possa confermarle. Voci che tuttavia sono iniziate a circolare insistentemente nella cittadina e nei centri limitrofi dove l’impianto non è gradito. Resta il fatto che il parere della Soprintendenza è fondamentale affinché il progetto possa trovare la fattibilità. Proprio la Soprintendenza nel maggio scorso bocciò una iniziativa simile promossa dalla Neoagroenergie srl che guarda caso vede lo stesso amministratore unico della Circeo Agricola srl, l’ingegnere Luigi Norgia, nonché l’identico recapito legale.
Sicuramente se ne saprà di più tra meno di 24 ore quando a Palazzo San Francesco si riunirà il consiglio comunale di Agnone che, al quinto punto dell’ordine del giorno, ha inserito la realizzazione della tanto discussa centrale a biomasse. In questa direzione si è espresso il Comune di Belmonte del Sannio e, ieri, quello di Capracotta che ha ribadito all’unanimità il voto contrario all’installazione della biogas.
«Un voto chiaro, netto, per dire no ad un progetto che non ci convince e che servirebbe solo a dare generosi incentivi statali a chi dovesse realizzare l’opera – le parole del sindaco Candido Paglione al termine della seduta -. Abbiamo già spiegato i motivi di questa opposizione che non arriva solamente per il gusto di dire no. Si tratta infatti di un impianto, decisamente sovradimensionato e a (presunte) fonti rinnovabili alimentato però da sottoprodotti di origine biologica. Si può parlare, infatti, di fonti rinnovabili solo se nel territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina. Insomma, ci pare che si tratti decisamente di un intervento che si scontra fortemente con le vocazioni del nostro territorio, che sono ben altre (e su cui stiamo lavorando senza sosta) e non conciliabili con questo impianto. La mistificazione del linguaggio – utilizzando il termine bio – in questo caso, è strumentale ad una politica di proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e del rispetto della natura. Il termine bio significa vita. Noi siamo convinti che questi impianti di vita non ne dispensino affatto, meno che meno in un territorio ancora incontaminato, dove la più grande risorsa che abbiamo è data proprio dalla qualità dell’aria, dell’acqua, delle colture e dei pascoli, all’interno di un ambiente che intere generazioni hanno saputo conservare. Un territorio – ha concluso Paglione – che rappresenta di per sé un laboratorio di sostenibilità ambientale, dove iniziative come questa della centrale a biogas sono incomprensibili sotto il profilo scientifico e, quindi assolutamente non condivisibili e da combattere con ogni mezzo».

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