La diga di Chiauci è attesa da 20 anni. La struttura annunciata come la soluzione dei problemi idrici della riviera e delle industrie oltre che del settore agricolo, è situata in Molise ma è a servizio soprattutto dell’Abruzzo, con funzioni irrigue, potabili e industriali. Da 20 anni – scrive il quotidiano Il Centro – il territorio aspetta di vederla completata e pienamente in funzione. Il serbatoio artificiale è stato ultimato nel 1997, ma l’invaso raccoglie ancora come allora 4 milioni di metri cubi di acqua. Mancano alcuni lavori di completamento fondamentali e mentre il tessuto industriale, l’agricoltura e il turismo annaspano, la politica ha trasformato la diga di Chiauci in una palude di rinvii, decisioni contraddittorie e ostacoli burocratici.
Sei anni fa il governo trasferì 7,5 milioni di euro al Consorzio di bonifica per far partire il cantiere, l’anno successivo lo stesso governo ci ripensò e trasferì quei soldi altrove. Passarono 5 anni e i 7,5 milioni a disposizione non bastarono più, la somma necessaria raggiunse quota 25 milioni. La prima fase dei lavori con inaugurazione venne fatta il 4 aprile 2011. Allora l’invaso della diga arrivava già a 4 milioni e mezzo di metri cubi, cioè un terzo della capienza massima. Ad agosto 2017, la diga di Chiauci restò vuota a causa della siccità che colpì l’Italia. Al Consorzio di bonifica si sono succeduti i commissari e intanto l’invaso non aumenta la portata. Servono opere infrastrutturali.
Il senatore Pd ed governatore della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso due anni fa destinò 15 milioni per la realizzazione delle opere. L’attuale commissario, Massimo Modesti – prosegue il quotidiano abruzzese – assicura che presto i lavori finiranno e l’invaso potrà raccogliere più acqua. Al momento la carenza di piogge lo ha svuotato. E intanto le industrie e l’agricoltura, dopo il turismo, rischiano danni gravissimi. Il territorio chiede un cronoprogramma certo e definitivo per i lavori indispensabili al completamento della diga auspicando finisca il ciclo di infiniti rinvii.