Peppone e don Camillo in confronto erano due dilettanti. Le loro litigate sono poca cosa, infatti, rispetto a quello che accade a Belmonte del Sannio. Catechismo annullato e sospese, di conseguenza, anche le prime comunioni e le cresime. Saltano, dunque, i sacramenti.
Succede a Belmonte del Sannio in seguito a quello che sembra un braccio di ferro, affatto inedito, tra parrocchia e amministrazione comunale. «Nonostante questa amministrazione parrocchiale si sia mossa già entro il 30 agosto 2020 per reperire locali idonei, peraltro di sua proprietà, per garantire la catechesi 2020/2021 ai bambini e ragazzi di Belmonte del Sannio nel rispetto dei protocolli Covid, le risposte pervenute sono state negative. Pertanto, con grave rammarico, e con la consapevolezza che questo fatto costituisce un duro colpo all’attività formativa istituzionale e pastorale dell’ente religioso per i ragazzi e i giovani, questa amministrazione si vede costretta ad annullare il catechismo parrocchiale e a sospendere la ricezione dei sacramenti della prima comunione e della cresima a tempo indeterminato finché la situazione Covid 19 non consenta altro».
È quanto scrive don Francesco Martino, parroco di Belmonte del Sannio, annunciando così l’annullamento del catechismo e la sospensione della somministrazione dei sacramenti ai bambini e ai ragazzi del paese. Motivo della disputa l’autorizzazione all’utilizzo di un immobile di proprietà del Comune. La struttura, in realtà, è stata data in comodato per la realizzazione di un ostello della gioventù, ma al momento è inutilizzato. Proprio in ragione di questa evidenza il parroco, con lettera formale indirizzata al sindaco, ha chiesto l’utilizzo di due stanze al piano superiore, con relativi servizi, proprio per svolgere attività di catechesi a una dozzina di ragazzi e bambini. Lo stesso parroco avrebbe assicurato la misurazione della temperatura agli alunni, la creazione di due percorsi differenti di entrata e uscita, l’obbligo di mascherina, il distanziamento di almeno un metro con banchi monoposto, la sanificazione della mani e la pulizia e disinfezione dei locali. Inoltre don Martino chiedeva l’allaccio del gas, nonché un accordo di rimborso spese per il consumo di energia elettrica. Il Comune, però, non ha dato il placet, riferendo che «l’Amministrazione non può, suo malgrado, allo stato, concedere i locali oggetto di comodato vista la destinazione d’uso degli stessi quale ostello della gioventù». E senza locali il catechismo non si fa, neanche in chiesa, dove pure si continua a celebrare messa senza troppi timori di assembramenti vista l’esiguità del numero di fedeli. Poche settimane fa sempre don Martino chiese l’intervento dei Carabinieri al fine di garantire il rispetto delle norme anti contagio da Covid19 nel corso dei funerali, una sorta di Carabinieri-chierichetti. In merito ai sacramenti, tuttavia, forse uno spiraglio di soluzione c’è. «Onde trovare una qualsivoglia soluzione alternativa, – chiude infatti il parroco – lo scrivente invita i genitori dei ragazzi che nell’anno 2021 avrebbero dovuto ricevere la prima comunione ad un incontro domenica 11 ottobre alle ore 12,30 presso la chiesa parrocchiale, per vedere se sia possibile garantire una formazione minima per accedere al sacramento».