Fino ad oggi aveva guadagnato la ribalta delle cronache nazionali e mondiali per le nevicate record, la bontà del suo pecorino e la Pezzata. Da qualche tempo il tetto degli Appennini, tanto caro ad Alberto Sordi, si scopre esempio da imitare per salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente. Ieri a dedicargli la prima pagina il primo quotidiano freein Italia “Metro news”, distribuito nelle maggiori città italiane con una tiratura di 800.000 copie.
Capracotta? Caso esemplare di biodiversità – esordisce il quotidiano diretto da Stefano Pacifici – tanto da finire negli studi di università e Cnr. Il piccolo borgo nel mezzo del Molise, ospita infatti un ecosistema naturale che ne fa uno degli orti botanici più alti d’Italia, il Giardino della Flora Appenninica, vero e proprio Eden a quota 1525 metri. Ed ancora, rimarca l’articolo pubblicato a pagina 4, Capracotta è il ‘Paese del Benessere’ grazie a studi condotti da ricercatori universitari del Molise con il Cnr di Napoli.
Poi focus sui dati della qualità. Perché pascoli incontaminati e aria pulita sono anche la base della qualità agroalimentare. Dunque, «il team attesterà con dati scientifici la qualità del territorio», spiega il sindaco Candido Paglione, e così Capracotta diventerà punto di riferimento per la tracciabilità gastronomica. Territorio fortemente legato alla transumanza –aggiunge Metro – il borgo vanta infatti tradizioni agroalimentari antichissime, preservate da produttori che puntano su eccellenze. Risorsa preziosa anche per lo sviluppo economico, che d’ora in avanti sarà oggetto di studio. Impossibile non citare aria e pascoli. Il lavoro dei ricercatori, infatti, inizierà dall’analisi dei pascoli per accertare l’assenza di sostanze nocive nei terreni riservati all’alleva – mento. Poi si prenderà in esame qualità dell’aria e composizione chimica dei prodotti. I formaggi dell’Alto Molise sono già prodotti di punta, ma grazie agli studi sui benefici per la salute, il discorso si amplia: quello degli organismi con attività probiotica è campo inesplorato: «È per questo che analizzeremo geneticamente i formaggi – dice Giampaolo Colavita, ordinario di Medicina e Scienze della salute all’Università del Molise -. In queste zone si utilizzano ancora latte crudo e siero innesto» senza dimenticare «attrezzature tradizionali in legno, su cui si deposita una popolazione microbica non indifferente», conclude Metro.

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