C’è molta curiosità attorno al progetto che proprio in queste ore viene pubblicato sul sito della Capitaneria di Porto di Termoli. Un atto formale indispensabile e precursore rispetto alle reazioni ufficiali del territorio, quel territorio che nel lontano 2007, ormai, affondò la prima istanza di eolico offshore presentata in Italia, quella di Effeventi srl. La tecnologia in questi tre lustri ha fatto passi da giganti, con le torri galleggianti e anche aumentando molto l’impatto in termini di megawatt e la relativa convenienza. Infine, come da impulso dato dal nuovo Governo Meloni, c’è la crisi energetiche che morde e spinge a trovare fonti alternative da quelle fossili. In ultimo, anche l’aspetto climatico, per contrastare i gas serra e il riscaldamento globale. A tutti questi assiomi assolve il progetto presentato dalla società meneghina Maverick srl (Milano ritorna ancora, come nel 2007). Un insediamento da 1.800 megawatt, denominato Eolico offshore Molise, con 120 torri galleggianti, ciascuna delle quali da 236 metri di diametro, capace di coprire uno specchio di mare lungo quasi l’intero litorale molisano, da Montenero di Bisaccia a Campomarino e con altezza massima di 150 metri. Tra gli elemento peculiari che sono emersi come indiscrezione, prima della pubblicazione ufficiale, la centrale a idrogeno su cui verrebbe convogliato il 40% della produzione di energia elettrica, in territorio di Campomarino, col resto immesso in rete. Cavidotti in arrivo a Termoli, quasi al confine con Campomarino, nella zona della foce del Biferno, prossima ai canali del Consorzio di Bonifica. Trenta i giorni che saranno a disposizione per le osservazioni dopo l’avvenuta pubblicazione. La tecnologia è la medesima della proposta presentata al largo della costa vastese e che farebbe una sorta di grossa area offshore tra le due coste, sempre più omologhe, con gli aerogeneratori di matrice Vestas, che produce le turbine eoliche a mare più grandi del mondo. Lo specchio d’acqua che verrebbe coperto è impressionante, quasi 30mila ettari.