In questo 2023, a 45 anni dalla strage di via Fani, costata la vita ai cinque agenti di scorta del presidente della Dc, l’onorevole Aldo Moro, due i momenti commemorativi significativi a Guglionesi. Il primo, come sempre, lo scorso 16 marzo, quando venne ricordato il sacrificio compiuto dal guglionesano Giulio Rivera, con la cerimonia al cimitero. Ma ieri, forse, l’evento “per non dimenticare”, anzi per radicare nella memoria storica di tutte le generazioni, presenti e future, più emozionante: l’intitolazione a Giulio Rivera dell’istituto omnicomprensivo. In scaletta la celebrazione al teatro Fulvio e il taglio del nastro del cortile interno della scuola, di lato al municipio. Visibilmente emozionato il sindaco Mario Bellotti, che porta a compimento questa volontà, agli sgoccioli del suo mandato. Una giornata vissuta declinando un termine come Supereroi, che va al di là di quanto la Patria ha riconosciuto sin qui a chi ha dedicato e perso la sua vita al servizio delle istituzioni. Termine che rappresenta anche il titolo della canzone portata sul palco del teatro Fulvio dai bambini della scuola primaria, di quarta e quinta elementare. Scaletta imponente, quella che ieri ha portato a Guglionesi lo scrittore Filippo Boni, l’onorevole Gero Grassi, accolti dal primo cittadino e dalla dirigente scolastica Patrizia Ancora, così come il sindaco della località marchigiana di Staffolo, Sauro Ragni, per un gemellaggio ideale col centro bifernino, e Giovanni Ricci, presidente dell’associazione vittime del terrorismo. Sì, perché legata alla memoria de sequestro tragico di Aldo Moro, che perse la vita dopo i 55 giorni di prigionia che sconvolsero il Paese e portarono all’inizio della fine delle Brigate Rosse e degli anni di piombo, si celebra anche la giornata nazionale che commemora tutte le vittime del terrorismo. Il papà di Giovanni, Domenico, era l’autista di Moro. Secondo lui, ci sono fenomeni eversivi in movimento. «Si sta vivendo un momento di tensione. Frange di estrema destra e sinistra che si stanno rivitalizzando. Dobbiamo essere forti e uniti. Dobbiamo dire no a qualsiasi forma di violenza. Fare memoria è qualcosa di importantissimo. Non basta ricordare il passato ma ne dobbiamo trarre degli insegnamenti». «Intitolare questo istituto a Giulio Rivera significa portare nelle scuole il coraggio- ha affermato Mario Bellotti sindaco di Guglionesi- e la fedeltà affinché sia tramandato il ricordo». Viva la commozione del signor Angelo, il fratello di Giulio, non solo per il congiunto strettissimo perso a soli 23 anni, ma anche per gli altri martiri delle Br, come appunto Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. «Oggi per noi è una giornata di gioia- ha affermato Giulio, nipote di Rivera- questa intitolazione rappresenta il futuro per non dimenticare. Far comprendere, attraverso il passato, il ricordo alle nuove generazioni». Il sindaco di Guglionesi sul palco del “Fulvio” ha lanciato una proposta al futuro primo cittadino, invitando Sauro Ragni a creare un gemellaggio tra Guglionesi e Staffolo e quest’ultimo si è detto favorevole. «Questo gemellaggio rappresenterebbe una rivitalizzazione di una memoria storica- ha detto Ragni- Abbiamo avuto due eroi che si sono sacrificati per la nostra Patria. Noi abbiamo realizzato un monumento per le vittime del terrorismo e la regione Marche ci ha dichiarato capitale “Vittime del terrorismo” per la nostra regione. Non possiamo dimenticare». Presenti le autorità come il questore di Campobasso, Vito Montaruli, la dottoressa Valeria Moffa, la dottoressa Giuseppina Pidicini vice questore direttore facente funzioni, Cristina e Paola Pace, figlie della professoressa Adele Terzano, che dette alle stampe il libro Ciao Giù. Non sono mancati i parroci di Guglionesi e San Martino in Pensilis, don Stefano Chimisso e don Nicola Mattia, il maresciallo della stazione dei carabinieri di Guglionesi, Egidio Salera e il comandante della Polizia Locale, Luca Giuliani e vari sindaci del basso Molise come Francesco Roberti, Giorgio Manes e Pino Puchetti. «Fare memoria significa riscoprire le vite umili di cinque servitori dello Stato- ha dichiarato lo scrittore Filippo Boni, già ospite lo scorso anno per ricordare Rivera- e restituirle ai giovani. È importantissimo». Alla dirigente scolastica Patrizia Ancora proprio Giulio Rivera ha consegnato un quadro dipinto a mano dall’artista guglionesano Rocco Pelusi, che rappresenta proprio il volto dell’agente di Polizia. «Il quadro- ha detto la preside- sarà affisso a scuola. Per una comunità scolastica è importante agganciarsi a valori della memoria. Giulio Rivera è un cittadino guglionesano e per noi è stato doveroso intitolare a lui il nostro istituto, non c’è nulla di più prezioso che far crescere le generazioni che ci sono affidati nella preziosità della memoria». Dopo l’incontro al Fulvio, i partecipanti si sono spostati a scuola dove è avvenuto lo svelamento della targa che riporta questa scritta: “Istituto omnicomprensivo Giulio Rivera. Guardia del corpo delle guardie al pubblico servizio. Medaglia d’oro al valor civile. Caduto nella strage di Via Fani, 16 marzo 1978. Cittadino di Guglionesi”. La testimonianza di Gero Grassi, che ha riproposto all’attualità parlamentare il caso Moro, ha riannodato il filo rosso che lega quel 1978 al giorno d’oggi. «In termini di percentuale il 15% ma c’è tutta quella parte che se non te la dice uno che c’era, dopo 50 anni non la puoi scoprire. Noi abbiamo la certezza che il racconto dei terroristi è tutto falso. Dobbiamo scoprire ancora qualcosa su via Fani. I brigatisti dicono che c’erano solo loro, quindi 7 persone, ma noi con la simulazione abbiamo dimostrato che servivano 20 persone. Chi sono gli altri? Sono particolari che non incidono sulla verità Moro viene ucciso perché dava fastidio agli Usa e Russia. La strage è anche responsabilità dei brigatisti, in via Fani c’era la mafia, i brigatisti, la ‘Ndrangheta, la banda della Magliana. Ma c’erano anche i servizi segreti italiani e stranieri. L’eccidio di via Fani, qualcuno lo sapeva prima e, quindi, moralmente, è responsabile dei sei morti».