I numeri che Primo Piano Molise aveva diffuso in occasione del quinto anniversario del sisma del 14 e 16 agosto 2018 sono stati confermati in pieno nel corso dell’incontro che il commissario ad acta Donato Toma ha convocato per ieri mattina nella biblioteca di Palazzo D’Aimmo, dove ha riunito una buona parte dei sindaci del Cratere composto da 21 località, tutte con danni, di scala differente, causati dal terremoto dell’estate 2018. I fondi impegnati, sui 39 milioni di euro a disposizione, sfiorano i 35 milioni e la parte residua potrebbe essere utilizzata per coprire interventi alle sedi comunali e per questo Toma ha annunciato che ci saranno sopralluoghi sul territorio. Tuttavia, proprio per non disperdere possibile risorse, lo stesso ex Governatore ha in mente di prorogare di un altro mese l’ordinanza per la presentazione delle domande di riparazione di un altro mese, immaginando di coprire tutto ottobre, dopo che quella precedente è scaduta a giugno.
Su questa ipotesi i sindaci non sono sembrati così “caldi”, anche perché l’obiettivo è dare risposte a chi li attende da un lustro, specie le famiglie che sono ancora fuori dalle proprie abitazioni. Ma incombe la scadenza dello stato di emergenza, lo stesso che venne ripreso per i capelli dopo mesi di stallo e che vede lo stesso Toma in dirittura d’arrivo al 31 dicembre. Cosa accadrà dopo? Che fine faranno i soldi non spesi? Perché serve non solo impegnarli, ma rendicontarli. C’è chi dice che potrebbero confluire in una contabilità regionale, qualora non si proroghi lo stato di emergenza. La battaglia, dunque, è sapere se le sedi comunali assorbiranno quei quasi cinque milioni ancora liberi e soprattutto conoscere il futuro della ricostruzione. Toma ha sottolineato che i cittadini potrebbero anche optare per i bonus fiscali, che potrebbero apparire anche più convenienti. Tredici i decreti di ricostruzione emessi, ciò significa che c’è ancora molto da fare.
Tante le istruttorie in corso d’opera, quelle riferite ai privati. In tema di bonus fiscali ci riferiamo all’ex 110 e al sisma bonus per intenderci, strumenti che il commissario ha sottolineato come eventuale corsia preferenziale per privati che non potessero essere finanziati per l’esaurimento del budget commissariale. Staremo a vedere, anche perché col cambio di governance a Palazzo Vitale, come avvenuto per la sanità, le quote per una riconferma di Toma come commissario post sisma sarebbero piuttosto basse. Lo stato dell’arte della ricostruzione evidenzia le criticità connesse anche alla bolla speculare sull’aumento del corso di materiali e forniture e soprattutto sulla carenza di disponibilità dei tecnici, vero vulnus che i primi cittadini hanno cristallizzato nell’istanza in cui chiedevano la propria dell’ordinanza per immobili privati e attività produttive.