Il Molise piange uno degli imprenditori e una delle figure che hanno contribuito al suo sviluppo e alla sua affermazione al di fuori dei confini regionali e nazionali. Si è spento ieri nella sua abitazione, a 94 anni, don Luigi Di Majo. Ultime sfide della sua quasi secolare esistenza, il consorzio Tump e il distretto molisano dell’Olio Evo. Viticoltore, socialista, velista. Tra le tante iniziative imprenditoriali da lui intraprese spicca la Masseria Di Majo Norante in Molise a Campomarino, che produce vini da uve proprie, noti in tutto il mondo con riconoscimenti lusinghieri: il Ramitello Rosso è stato giudicato tra i migliori 100 vini del mondo. Da sempre uomo del fare, con una grande visione, ha coniugato nella sua vita di successo l’amore per la famiglia, per gli amici, per il lavoro, per la terra e soprattutto per i suoi luoghi. Come fu riportato nella sua biografia: «Luigi era un uomo del Sud che ama ed ha amato molto il Meridione e che si è sempre rimboccato le maniche per lavorare sodo sfidando continuamente se stesso e il mondo per conquistare ciò che aveva deciso di intraprendere». Dopo la laurea in Agronomia, a soli 23 anni parte per un Sud ancora più lontano: il Brasile. Un’esperienza unica: otto anni a dirigere un’azienda di quindicimila ettari. Rientrato in Italia, con il matrimonio conosce Campomarino e il basso Molise, dove diventa protagonista di un delicato processo di trasformazione di terreni. La sua cantina vinicola Di Majo Norante ha avuto risonanza internazionale, fino all’estremo Oriente. La comunità tutta è in lutto per questa scomparsa. Cordoglio è stato espresso dal presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti. «Mi associo al cordoglio della famiglia Di Majo per la scomparsa di don Luigi. Una persona che ha dato tanto alla nostra regione in termini imprenditoriali e di conoscenza delle peculiarità del nostro territorio. Ricordo l’entusiasmo per il suo lavoro, nonché la lungimiranza grazie alla quale la sua azienda si è fatta apprezzare in tutta Italia. Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze».