Ponti della discordia, sono quelli che attraversano la statale Bifernina. Per vicende diverse, ma che traggono spunto entrambe dal sisma del 2018, per la necessità di mettere in sicurezza viadotti e piloni. Dal Ponte dello Sceriffo al Molise I, solo disagi, che si perpetuano nel tempo. Nonostante l’ipotesi di acquisizione da parte dell’Anas delle provinciali che rappresentano i collegamenti per la statale 647 di Larino e Palata, il dossier era fermo al Consiglio superiore dei Lavori pubblici, dopo il via libera del Mit. Ma gli autobus non vi transitano e per i pendolari sono tragitti infiniti. A ribadirlo è stato il segretario regionale di Rifondazione comunista, Pasquale Sisto. «Il cosiddetto ponte dello “Sceriffo” allo svincolo di Larino 2 sul fondovalle Biferno che porta anche verso Palata, Guglionesi, Montecilfone, Acquaviva Collecroce è chiuso al traffico pesante a seguito del terremoto che ha colpito la zona il 14 e 16 agosto 2018. La chiusura del ponte dello “Sceriffo” ai mezzi pesanti comporta da quasi 6 anni disagio estremo ai lavoratori agli studenti ai cittadini che prendono il pullman per recarsi a lavoro e a scuola a Termoli a Val di Sangro, per tanti lavoratori di quella zona perché costretti di fare dei giri lunghi come passare per Guglionesi. Ci sono state anche manifestazioni di cittadini l’estate scorsa sul ponte per sensibilizzare la Politica affinché si arrivi alla ristrutturazione del Ponte di cui sopra. Ma nonostante il pericolo di crollo con il passaggio dei mezzi pesanti, tali “bestioni” continuano a transitare regolarmente sul Ponte pericolante per evitare percorsi lunghissimi per raggiungere la Bifernina. Tutto questo si tratta di un azzardo vero e proprio in quanto il ponte dello “Sceriffo” potrebbe crollare con tutte le conseguenze immaginabili con la caduta delle travi del ponte e del mezzo pesante sulle macchine che eventualmente e sciaguratamente si troverebbero a transitare sulla sottostante statale 647 (Bifernina). Chiediamo alla Politica per l’ennesima volta di ripristinare l’importante passaggio che da 6 anni contribuisce allo spopolamento e isolamento di quella area e ai mezzi pesanti di non azzardare perché le conseguenze potrebbero essere drammatiche come altri crolli di ponti dimostrano». Novità negative si rincorrono anche sul cantiere Sostenia, quello dei lavori di consolidamento del viadotto Molise I, coi lavoratori che non hanno ancora percepito lo stipendio di gennaio, dopo le due mensilità di novembre e dicembre avute solo a metà febbraio. Nel frattempo, i propositi dell’azienda siciliana manifestati in sede prefettizia nel giorno di San Valentino sono rimasti lettera morta, prima il furto nel cantiere di mezzi e scorte, quindi il trasferimento annunciato alle maestranze, che per riprendere le proprie mansioni dovrebbero spostarsi in cantieri distanti centinaia di chilometri. Le organizzazioni sindacali Fenal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno chiesto un nuovo incontro al prefetto: «L’azienda è stata invitata a ritirare le sue richieste in virtù di un tavolo aperto in prefettura. Ancor più che il prossimo 5 marzo saremo nuovamente a Campobasso presso l’Ufficio territoriale di governo per illustrare questa nuova situazione del mancato pagamento ai lavoratori e dunque degli impegni disattesi rispetto a quanto era stato detto nella precedente riunione».