L’amministrazione di Montecilfone si rinnoverà alle prossime elezioni amministrative, ma c’è chi chiama in causa l’ex sindaco per i lavori post sisma. Franco Pallotta, sindaco per cinque anni, dal 2014 al 2019, ha ricevuto una citazione in giudizio da una impresa che effettuò lavori urgenti e che ancora attende il pagamento. Pallotta, in modo retorico e con amarezza, chiede: «Chi paga le spese del terremoto del 2018?» «Le paga personalmente il sindaco dell’epoca (io). Questa è la sostanza della Citazione in Causa che mi è stata notificata in questi giorni dal Comune di Montecilfone. In sintesi questi sono i fatti: nel 2018, a seguito degli eventi sismici del mese di agosto, mi adoperavo (ed era un mio preciso dovere) a porre in essere tutte le iniziative per salvaguardare la pubblica e la privata incolumità; nell’emergenza ho operato con gli strumenti che la Legge mi metteva a disposizione proprio per tali situazioni: ho emanato specifiche ordinanze per l’esecuzione dei vari interventi di messa in sicurezza che man mano si evidenziavano o che mi venivano segnalati; nella immediatezza venivano eseguiti da varie ditte i lavori richiesti salvaguardando – come già detto – la pubblica e privata incolumità, nei limiti in cui ciò poteva essere fatto; nel mentre, con l’ausilio della struttura tecnica del comune, si provvedeva a quantificare la spesa in modo da portarla a conoscenza della Protezione Civile e del Commissario Delegato all’emergenza ed in seguito alla ricostruzione.
Tutto molto chiaro e trasparente grazie soprattutto alla solerzia della struttura tecnica del comune di Montecilfone. Nel 2019 cambia l’amministrazione a Montecilfone ed io non sono più sindaco. I nuovi amministratori, prima in Giunta e poi in Consiglio Comunale, verificata sostanzialmente la correttezza dell’iter utilizzato in emergenza provvedono – giustamente – a riconoscere l’esistenza dei debiti fuori bilancio derivanti dall’emergenza e sostanzialmente a sistemare contabilmente le varie partite. Provvedono altresì, come già fatto dalla mia amministrazione, a richiedere più volte l’erogazione dei fondi previsti e già disponibili per pagare chi quei lavori li ha fatti. Una delle ditte creditrici, stanca di aspettare il pagamento (5-6 anni), decide di agire per via giudiziaria per vedersi saldate le fatture che nel frattempo ha provveduto ad emettere. E fin qui restiamo nella normalità delle procedure e dei comportamenti. A questo punto della storia, l’amministrazione comunale di Montecilfone che in 5 anni, 5 non è riuscita a farsi accreditare somme previste e disponibili per pagare il legittimo credito vantato dalle imprese (che nel frattempo è lievitato da 120 a circa 150 mila euro), impugna il decreto ingiuntivo che ha ricevuto (sostenendo che l’impresa deve ancora aspettare) e chiama in causa la Regione Molise ritenuta responsabile dei ritardi. A questo punto viene il bello: qualora né la Regione né il Comune provvedono al pagamento, devo provvedere io personalmente a pagare i lavori del terremoto 2018 e a questo scopo vengo citato in giudizio per “manlevare” il comune da ogni spesa, costo ed onere. Un bel riconoscimento per l’impegno profuso ed il lavoro che ho fatto nell’immediatezza del terremoto, all’epoca apprezzato – oltre che dai miei paesani – anche dai residenti dei comuni limitrofi e non solo.
So bene che sicuramente non sarò io a pagare e nessun giudice mi condannerà mai a questo, ma intanto devo costituirmi in giudizio con le relative spese. Di questo ringrazio l’intera Amministrazione del Comune di Montecilfone con la promessa e l’impegno che non mancherò di restituire la gentilezza ricevuta se e quando si presenterà l’occasione».

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