Difficile sottrarsi da una vicenda che inevitabilmente la segnerà per tutta la vita, al netto del percorso della giustizia. Giada Vitale, ormai 29enne, non ancora ha rinunciato a far valere le proprie ragioni anche nelle sedi che non ne hanno accolto le istanze e ci riferiamo chiaramente al periodo successivo al compimento dei 14 anni, per la storia che ha chiamato in causa le responsabilità di don Marino Genova, condannato per il periodo precedente quando i 14 anni non li aveva ancora raggiunti. Ma ci sono anche situazioni collaterali, come quella che ha visto citate a giudizio dalla Procura di Larino due donne che si erano rese protagoniste di aver proferito giudizi e commenti lesivi della stessa Giada, che non ha accettato passivamente di subirli, presentando querela per diffamazione sui social, nel caso di specie su Facebook, a corredo di un articolo di stampa. Di ieri pomeriggio la sentenza, col giudice onorario Elena Di Brino che ha comminato una pena di sei mesi, sospesa, con risarcimento civile da quantificare in sede separata e pagamento delle spese processuali. Ad assistere come parte civile la Vitale è stato l’avvocato Giuseppe D’Urbano. Abbiamo raccolto un commento a caldo di Giada: «Anche questa volta Giustizia è fatta. Lo Stato ha dato un segnale forte. Tutti i commenti diffamatori, gratuiti, mai ritirati e lesivi che sono stati fatti nei miei confronti in realtà non hanno offeso solo me, ma tutte coloro che pur subendo violenza devono lottare per convincere i ben pensanti della verità degli abusi subiti. Sperando che i leoni da tastiera imparino a rispettare il prossimo e che capiscano che occorre rispettare le sentenze».

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