Un rinnovato impegno sul fronte della lotta al crimine è il messaggio principale che proviene dalla conferenza stampa che ieri mattina ha visto approfondire in dettaglio l’inchiesta che ha portato a compiere l’operazione “Champagne”, che ha visto assicurati alla giustizia sei ladri appartenenti quasi a una intera famiglia di Foggia, più un loro complice di Montesilvano. Parole che hanno trovato comunanza e condivisione nella Procuratrice della Repubblica, Elvira Antonelli, nel Pm Marianna Meo, nel comandante provinciale dell’Arma, Luigi Di Santo, e nel comandante di compagnia Christian Petruzzella. A questo, si aggiunga l’importanza dei cittadini che collaborano e soprattutto denunciano, in un quadro dove le indagini ora vengono gestite anche con la nuova normativa in vigore da alcuni mesi. «Se abbiamo avuto la possibilità di intervenire dobbiamo ringraziare il cittadino privato che ha denunciato il fatto, trovando pubblicato su Marketplace di Facebook l’annuncio di vendita di una bicicletta che gli era stata rubata; così ha dato l’avvio a tutto il resto delle indagini. Purtroppo non è sempre così, abbiamo numerosissimi furti di auto che non ci consentono di arrivare agli autori». Inoltre, grande evidenza all’importanza della videosorveglianza. «Dobbiamo ringraziare l’ultimo protocollo che è stato siglato da poco per l’installazione di telecamere che consentono anche di registrare il passaggio delle auto rubate e quindi di poter tutelare il territorio a largo raggio, andando peraltro in rete con tutto il resto delle telecamere, della stessa natura che sono installate sul territorio italiano. Il conforto è che i nostri molisani non partecipano a queste attività criminali, ma sono i malviventi che approfittano del nostro territorio per le loro incursioni, poter avere la possibilità, come in questo caso, attraverso l’attività di indagine, di ricostruire i movimenti di una famiglia criminale che aveva un’organizzazione vera e propria è per noi un grande vantaggio, perché se non altro abbiamo l’idea di avere bloccato fermato una delle tante incursioni sul nostro territorio». Insomma, sottolineando anche il lavoro alacre delle forze dell’ordine e della Procura, un messaggio positivo verso una cittadinanza, una comunità che vede l’allarme sociale per i reati predatori sempre alto. Almeno una decina i colpi ricostruiti dagli inquirenti, messi a segno da chi approfittava delle chiusure serali e notturne di aziende e attività commerciali della zona frentana per rubare l’inenarrabile, fino a brindarne, per un controvalore di 500mila euro. Sei arresti, con quattro persone ai domiciliari e due in carcere, grazie ai militari delle compagnie di Larino, Termoli e dei comandi provinciali di Foggia e Pescara, in questa azione su 3 province e tre regioni.
Svelata e sgominata una rete criminale che aveva messo nel mirino il territorio del basso Molise, con scorribande a danno di aziende agricole e attività commerciali, nel lasso di tempo tra il marzo 2023 e il febbraio scorso.
Decisivo l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, tabulati, Gps e sistemi di videosorveglianza, attraverso cui i Carabinieri hanno ricostruito una rete di relazioni e complicità che ha permesso di risalire all’intera organizzazione. La banda era composta principalmente da membri di una stessa famiglia, con un’organizzazione interna ben definita: ciascun individuo aveva un ruolo preciso, dal trasporto della refurtiva fino alla vendita sul mercato nero.
«È stato un lavoro che abbraccia un periodo molto lungo, ma ha permesso di raccogliere molti elementi probatori – ha sottolineato la dottoressa Antonelli – poiché ogni membro della banda era parte di un meccanismo rodato e mirato». Il bottino era composto da generi alimentari, attrezzature agricole, fitofarmaci e piccoli escavatori, poi trafugati sino a Foggia, dove sarebbero stati piazzati. La Antonelli ha tenuto a evidenziare come «Questa operazione ha segnato anche un momento storico per la giurisdizione: è stato applicato per la prima volta il cosiddetto “interrogatorio preventivo di garanzia”, una misura che garantisce agli indagati il diritto di essere ascoltati prima dell’arresto. Il nostro è ancora un territorio sano – ha dichiarato Antonelli è essenziale proseguire nella lotta contro le incursioni criminali provenienti dalla provincia di Foggia. Riappropriamoci della lotta anticrimine, che è la nostra essenza». Evidente la soddisfazione per questo risultato operativo e giudiziario, concluso dopo un lavoro alacre, di cui la Procuratrice ha dato merito a tutti, poiché «rappresenta una vittoria importante per il Basso Molise, un monito per chiunque tenti di destabilizzare il tessuto economico della zona e un segnale di fiducia per i cittadini, che possono continuare a contare sull’efficace contrasto alla criminalità da parte delle autorità locali». Mezzo milione di euro il bottino messo a segno nel corso delle varie azioni compiute ai danni delle attività del basso Molise, mai furti in appartamento. Fondamentale per il buon esito delle indagini è l’uso del Gps, installato sulle auto che si sospettava appartenessero a questa organizzazione di banditi, che a volte sono stati intercettati dalle forze dell’ordine. Da colonnello Di Santo anche l’ulteriore sottolineatura di come sia importante la videosorveglianza, tanto da lanciare l’idea di segnalare i Comuni più virtuosi o protetti, come avviene nel turismo per la Bandiera Blu. Una attività investigativa molto articolata, che ha visto coinvolte quattro province, con Foggia, Campobasso, Chieti e Pescara, fino al blitz della notte tra mercoledì e giovedì, che ha portato ai sei arresti, eseguiti dai militari dell’Arma.

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