I segni del sisma sono quelli che difficilmente si dimenticano, a livello psicologico e nelle infrastrutture e abitazioni. Per fortuna, la sequenza di scosse che da ieri ha visto rimettersi in moto la faglia che fu protagonista dei terremoti del 2018, tra il 14 e il 16 agosto, non ha causato danni, se non il crollo di un solaio di un’abitazione già dichiarata inagibile proprio da quello sciame di sei anni fa. Ma la paura è stata tanta, anche se c’è da dire che la scossa da 3.8 (ricalibrata al ribasso dall’Ingv, dopo che una prima stima la ava a 4.2 e poi a 4) non è stata avvertita da tutti in modo nitido e indistinto. Perché è avvenuta a 18 km di profondità, una distanza dalla superficie che rappresenta un cuscinetto piuttosto evidente. Tuttavia, il grosso boato c’è stato all’1.51 tra venerdì e sabato, con epicentro a 6 km a Sud di Montecilfone.
La scossa è avvenuta con coordinate geografiche (lat, lon) 41.8510, 14.8590. Il sindaco Giorgio Manes ha subito interloquito con la prefettura di Campobasso e compiuto un giro coi Carabinieri per verificare nonostante il buio della notte se ci fossero stati danni. Il cedimento del solaio è stato poi comunicato intorno all’ora di pranzo dal proprietario, ma la casa era comunque disabitata. Tutti i comuni che hanno percepito il movimento tellurico hanno avviato controlli sugli edifici pubblici e scolastici, ovviamente Montecilfone in testa. Il primo cittadino si è confrontato sull’accaduto anche col Governatore Francesco Roberti. «Siamo stati allertati da questo forte boato – ha raccontato Manes – in prima persona l’ho sentito. Dopo qualche minuto sono stato allertato dal prefetto che mi ha chiamato per fare le verifiche e per vedere se c’era gente in strada e con le forze dell’ordine ho fatto un po’ di giri, c’era qualcuno però dopo un’oretta la situazione è tornata alla normalità. La Protezione civile nazionale l’ho sentita ieri mattina anche perché Montecilfone ha il sismografo in loco e quindi ha rilevato fin da subito quello che era successo, la faglia pare che sia la stessa la stessa della volta scorsa». Sopralluoghi anche della Provincia. La scossa è stata avvertita anche nelle vicinanze, nel raggio di 10 km i comuni di Larino, Guardialfiera, Palata, Guglionesi, Acquaviva Collecroce e Tavenna. Inoltre, ci sono state una serie di scosse percepite solo a livello strumentale hanno preceduto e seguito l’evento tellurico più significativo nel basso Molise.
La prima all’1.48 con epicentro a Guardialfiera di 1,6 di magnitudo, stessa intensità, ma verso Montecilfone, all’1.50. Quindi, dopo il terremoto con magnitudo 4.0, all’1.56 scossa da 1.3 con epicentro a Larino, così come un minuto dopo sempre a Larino, da 1.5. Ultima registrazione alle 3.38, ancora a Larino, di 1.2. Infine, nel pomeriggio di ieri alle 16.02 e alle 18, scosse a Montecilfone, sempre verso la statale Bifernina, di 1.8 e 1.5. «A seguito dell’evento sismico di questa notte, il sindaco Pino Puchetti, la dirigente scolastica Emilia Sacco, il responsabile dell’ufficio tecnico – lavori pubblici Alfonso Scardera e la Rspp Francesca Di Palma hanno effettuato ieri mattina un sopralluogo presso i plessi scolastici “A. Novelli” ed “E. Rosano”, presso il Liceo “F. D’Ovidio” e l’ITAeG “San Pardo” per verificare eventuali danni. Dal momento che nessuna criticità è stata rilevata, non si è ritenuto necessario chiudere le scuole in via preventiva», ha riferito il sindaco di Larino, Giuseppe Puchetti. Dalla Regione Molise un briefing sull’attività compiuta: «La macchina operativa si è messa immediatamente in moto, appena dopo il sisma registrato all’1:51 del 9 novembre 2024. La Prefettura di Campobasso e il Servizio di Protezione Civile della Regione Molise, in sinergia tra loro, hanno svolto il ruolo di raccordo e ascolto, per eventuali immediate necessità, con le amministrazioni comunali del Basso Molise nei pressi dell’epicentro: Montecilfone, Palata, Larino, Guardialfiera e gli altri limitrofi. Dopo questa prima fase, diversi gli enti, secondo le proprie competenze e sempre in sinergia con Prefettura di Campobasso e Servizio di Protezione Civile della Regione Molise, ad aver operato i necessari e indispensabili controlli, al fine di verificare eventuali danni lasciati dal movimento tellurico. Gli uffici tecnici dei Comuni coinvolti e della Provincia hanno effettuato i controlli sugli edifici scolastici; sul Ponte del Liscione e sulla Diga hanno operato, rispettivamente, Anas e Molise Acque, di concerto con la struttura dell’assessorato regionale ai Lavori Pubblici, Viabilità e Infrastrutture», il report di Palazzo Vitale.
«Un lavoro di squadra e sinergico di verifiche strutturali – il commento del Presidente della Giunta Regionale del Molise, Francesco Roberti – Possiamo dire, per fortuna, che c’è stato soltanto tanto spavento. Il ringraziamento va a tutti coloro che, durante la notte e la mattina, di oggi, sabato 9 novembre, con puntualità e collaborazione hanno lavorato, al fine di rassicurare la popolazione che il sisma di questa notte non ha lasciato danni. Con gli enti coinvolti, ovviamente, manterremo alta l’attenzione» A specificare il lavoro svolto anche il sindaco di Termoli, Nico Balice, che ha subito predisposto il controllo degli edifici scolastici e delle strutture di proprietà del Comune. Il personale allertato si è riunito alle 9 di sabato mattina mettendosi subito al lavoro con i successivi sopralluoghi che hanno portato ad indagini visive e speditive tali da attestare che «L’evento sismico non ha comportato danneggiamenti al patrimonio dell’Ente e che tutti i plessi visionati sono agibili».

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