Colpi di scena uno dietro l’altro, quelli che avvengono e si succedono a Petacciato. Nel giro di pochi giorni una maggioranza granitica (ma così non era, evidentemente), come quella dell’amministrazione Di Pardo, senza nemmeno un oppositore in aula, si trova dopo appena sette mesi sul filo del rasoio.
A Petacciato si ingrossano le fila del neo costituendo gruppo consiliare nato su iniziativa dei tre assessori dimissionari.
A Giuseppe Greco, Lucia Marchesani e Federica Capodaglio, nella giornata di domenica si sono aggiunti i consiglieri comunali Ida Romandino ed Egidio Di Lena. Ora gli equilibri sono appesi a soli due amministratori di differenza, tra l’ipotesi di una caduta rovinosa e repentina. Di Lena e Romandino avevano partecipato all’incontro che giovedì scorso aveva sancito il restart dell’amministrazione, col varo di una nuova Giunta, attesa ieri e non pervenuta ancora.
I tre assessori dimissionari dichiarano: «Questa è la prova che le nostre ragioni hanno trovato sostegno e condivisione anche in altri nostri colleghi.
La mancata programmazione, la mancata partecipazione a bandi che hanno fatto perdere a Petacciato centinaia di migliaia di euro è un fatto inaccettabile.
Bandi che erano noti sin dallo scorso mese di ottobre.
Peraltro, l’attuale composizione della giunta risulta essere illegittima per carenza del rispetto della parità di genere, che impone la presenza di almeno il 40% di entrambi i sessi.
Nel nostro caso significa che in giunta devono sedere necessariamente 2 donne.
Ne consegue che, avendo ben tre donne elette preso le distanze da questa amministrazione, almeno una va cercata all’esterno della maggioranza.”
Maggioranza che è ancora tale solo perché non c’è una minoranza, che nel nostro caso sarebbe costituita da 4 consiglieri comunali su 13.
Nel caso in cui fosse presente una minoranza sarebbero ben 9 su 13 i consiglieri comunali in dissenso, con tutte le conseguenze che ognuno può facilmente immaginare.
C’è qualcuno che davvero può minimamente credere che in tali condizioni si possa continuare ad amministrare per altri quattro anni e mezzo?
Stando così le cose, è solo il senso di responsabilità che ci deve muovere.
Senso di responsabilità che induce a seguire il consiglio di qualcuno, il quale solo fino a qualche giorno fa ci invitava a porre fine a questa avventura e tornare al voto nella prossima primavera.
Purtroppo, però, questo qualcuno è stato folgorato sulla via di Damasco e a distanza di poche ore ha deciso addirittura di entrare in giunta.
Questo apprendista stregone:
qualche mese fa rassegnava le sue dimissioni per impegni di lavoro dall’Unione dei Comuni, la cui giunta è convocata non più di una volta al mese, salvo poi accettare l’ingresso in giunta comunale che si riunisce due volte alla settimana;
ha sempre svolto il ruolo di consigliere di minoranza in ogni consiglio comunale;
qualche giorno fa chiedeva copia di una serie di determine con l’intento di inviarle alla Corte dei conti in quanto, a suo dire, di dubbia legittimità;
qualche giorno fa alla presenza nostra e di altri consiglieri invitava alla fine prematura della consiliatura;
ha sempre sottolineato l’inadeguatezza del sindaco a quel ruolo.
Le nobili ragioni che lo hanno poi indotto ad entrare in giunta restano avvolte nell’ignoto o, forse, sono più note di quanto non appaiano.
La nostra decenza ci impone di impedire il prosieguo di quello che non è più neanche l’ombra di ciò in cui avevamo creduto.
Non è più la nostra amministrazione, non è più W Petacciato Viva nata nel 2017 che ha da sempre rappresentato sinonimo di buone pratiche.
Un’amministrazione che si regge sul voto decisivo di un apprendista stregone noto per non aver mai concluso un’esperienza politica con chi l’aveva incominciata desta in noi solo sgomento e preoccupazione». Ma non è tutto, l’ipotesi del consigliere di area dem Enrico D’Amario, eletto nella civica W Petacciato Viva, quale nuovo assessore, farebbe smuovere anche il consigliere regionale Roberto Di Pardo, e non a puntellare l’attuale primo cittadino, perché vi sono equilibri delicati.

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