Ieri mattina l’ultimo saluto a Nicola Di Carlo. Guglionesi è stato recentemente scosso da una tragedia che ha lasciato sgomento e incredulità. Nicola Di Carlo, autista di 63 anni, ha perso la vita il 26 marzo in un drammatico incidente che ha coinvolto il suo autobus caduto nel fiume Po, vicino ai Murazzi di Torino, mentre aspettava una scolaresca da accompagnare al Museo Egizio. La notizia ha suscitato un’ondata di emozioni nella comunità guglionesana, unendo i cittadini in un abbraccio di solidarietà alla famiglia di Nicola.
Il feretro, partito da Torino, è giunto dinanzi alla Chiesa Madre di Guglionesi poco prima delle 10:30 del mattino, orario in cui hanno avuto inizio le esequie officiate da don Stefano Chimisso. La cerimonia è stata un momento di raccoglimento e commemorazione, durante la quale la comunità ha espresso il proprio affetto e rispetto per un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia. Nonostante il dolore e l’incredulità che hanno accompagnato la settimana precedente, i presenti hanno voluto salutare Nicola con compostezza e commozione.
Nicola Di Carlo era noto per la sua passione e determinazione alla guida dei suoi mezzi, caratteristiche che lo avevano reso orgoglioso di portare il nome di Guglionesi in giro per l’Italia. Durante l’omelia, don Stefano Chimisso ha sottolineato quanto il sacrificio e la dedizione di Nicola abbiano rappresentato un esempio per coloro che lo hanno conosciuto. «La vita del nostro caro Nicola non è stata inutile», ha affermato il parroco. «Continuerà ad esistere nei sacrifici, nei progetti, nei sogni della sua famiglia, in coloro che porteranno avanti ciò che lui ha iniziato».
La comunità si è stretta attorno alla moglie Annamaria, ai figli Carmine e Vincenzo, e agli altri familiari, offrendo conforto in un momento di immenso dolore. Il ricordo di Nicola vive nel cuore di chi lo ha amato: amici, colleghi autisti e tutti coloro che hanno condiviso un tratto di strada con lui.
L’autopsia eseguita il lunedì successivo dall’anatomopatologa Lucia Tattoli su disposizione della Procura potrebbe fornire ulteriori risposte riguardo alle cause dell’incidente. Mentre la comunità attende di capire se un malore abbia preceduto la tragedia, resta il sentimento di sgomento e tristezza.
Nicola Di Carlo lascia un’eredità fatta di dedizione, sacrificio e amore per la propria terra. La sua figura continuerà a essere ricordata con affetto e rispetto da chi ha avuto l’onore di conoscerlo, rendendolo un simbolo della forza e del legame che unisce la comunità di Guglionesi.
Il testo dell’omelia: «Lasciamoci accompagnare da questa parola che abbiamo accolto. La Parola di Dio ci aiuta ad entrare più profondamente nel mistero che stiamo vivendo. Da cristiani, ancora una volta, ci troviamo a fare i conti con una morte improvvisa, inaspettata, come è accaduto mercoledì scorso, 26 marzo, con la morte di Nicola. Abbiamo ascoltato il Vangelo, accompagnati dalla tenerezza e dal dolore tremendo di sua Madre, sotto i nostri occhi. Lo abbiamo ascoltato, abbiamo ascoltato tutte le risposte, non per darcele, ma per accompagnarci in quello stato di dolore, come Maria, come gli amici di Gesù che stavano sotto la croce. Abbiamo ascoltato: “Stavano presso la croce di Gesù.” Un uomo ricco di intenti e di passione per il proprio lavoro, la cui giornata avrebbe dovuto essere scandita dai ritmi usuali, segno anche di tanti sacrifici che stavano portando frutti considerevoli. Ma purtroppo, l’ultimo giorno della sua esistenza terrena si è concluso sulle rive del fiume Po. I suoi figli, i parenti, gli amici, i colleghi con cui condivideva la quotidianità, uniti da vincoli di amicizia e di passione, ora si trovano a vivere questo dolore, cercando di comprenderne il senso. Di fronte alla morte facciamo esperienza della nostra fragilità. Ci ricordiamo quanto siamo vulnerabili, quanto la nostra vita possa sembrare improvvisamente segnata da una perdita che mette alla prova sacrifici, progetti, sogni e attese. E noi possiamo solo stare, accompagnando il dolore della sua cara moglie Annamaria, dei suoi figli Vincenzo e Carmine, dei parenti e degli amici, di tutti coloro che con lui condividevano quotidianamente la sua passione, legati a lui da vincoli di stima e amicizia. Certo, di fronte alla morte, ci riscopriamo tutti terribilmente fragili. Basta un attimo e la nostra vita è segnata da una fine che sembra far svanire nel nulla tutti i sacrifici, i tanti progetti, i sogni, le attese… quasi che tutto fosse stato inutile. Ma la nostra esistenza, la vita del nostro caro Nicola, non è stata inutile. Continuerà ad esistere nei sacrifici, nei progetti, nei sogni della sua famiglia, in coloro che porteranno avanti ciò che lui ha iniziato. Tanti amici che hanno condiviso con lui un tratto di strada lo ricorderanno per la sua passione e determinazione, alla guida dei suoi mezzi. Dopo chilometri e chilometri, Nicola è arrivato alla meta. E se siamo qui, riconosciamo nella nostra Meta quel Dio che ci vuole con sé, nella pienezza della vita vera, quella che non ha fine. La vita di Nicola non è finita: egli è entrato nella Vita vera e gode per sempre della presenza di Dio».

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