La vetrina del Corriere della Sera, della Rai e anche le polemiche politiche sulla chiusura del centro migranti di Ripabottoni, quello di accoglienza, non legato allo Sprar, hanno convinto il sindaco Orazio Civetta, anche per dire la sua a una popolazione scesa in campo per gli esuli, su come siano effettivamente andate le cose. «Accoglienza, integrazione e solidarietà, sono da sempre le parole che identificano la comunità che ho l’onore di rappresentare. Con queste parole il sindaco di Ripabottoni Orazio Civetta rompe il silenzio dopo i giorni difficili che hanno interessato il piccolo paese della provincia di Campobasso coinvolto nella chiusura di un centro di accoglienza per migranti.
La mia comunità ha sempre mostrato la sua sensibilità difronte alle tragedie, continua il sindaco Civetta, e lo abbiamo dimostrato sin da quando siamo stati colpiti da sisma del 2002 e poi nelle vicende terribili che hanno interessato le popolazioni del centro Italia facendo sentire la nostra vicinanza ed il nostro piccolo contributo a chi come noi ha vissuto l’esperienza di terremotato.
Anche nella vicenda Migranti la comunità Ripese con delibera n.16 del 28/03/2017 ha fatto sentire la propria voce rispondendo con un fermo SI all’invito della Prefettura di Campobasso ad avviare il Progetto Sprar nelle aree interne. Orbene, continua ancora Civetta, quel si si è trasformato in concretezza e con avviso pubblico a tiratura europea del 30/03/2017 il comune di Ripabottoni si è candidato ad accogliere 12 minori stranieri non accompagnati. Quel bando è stato accolto e finanziato dal ministero dell’interno ed oggi dodici minori stranieri non accompagnati vivono nella nostra comunità.
Abbiamo puntato ai minori e soprattutto abbiamo scelto di aderire allo Sprar perché la tragedia migranti sia davvero un percorso di solidarietà ed integrazione e non un affare economico di pochi.
Sono rammaricato, chiarisce ancora il primo cittadino, per come sia stata dipinta la mia comunità e l’amministrazione comunale in queste ore. Sono dispiaciuto per chi ha inteso strumentalizzare la vicenda esclusivamente per fini politici. La realtà dei fatti è ben diversa. L’amministrazione comunale ha aderito ai progetti ministeriali e alle leggi che ad essi si conformano. Ha aderito al cd patto delle clausole di salvaguardia siglato tra Anci e Ministero dell’Interno che tutela le identità locali senza tralasciare la solidarietà.
Io sindaco di una piccola area interna non posso permettermi il lusso di fare Politica. Io sono chiamato ad amministrare, a mantenere vivo il mio paese, ad accogliere ed integrare nella mia comunità chi ha bisogno di aiuto. Io non posso scivolare nelle polemiche da social, non posso replicare a chi vuole infangare me e la solidarietà, non posso dare voce a chi vuole distruggere l’armonia di uno dei borghi più belli d’Italia.
Voglio concludere, ribadisce Orazio Civetta, che il centro appena dismesso era un centro di prima accoglienza, ovvero un centro temporaneo dal quale i ragazzi andavano trasferiti per poter permettere loro percorsi di integrazione veri, tant’è che in questi mesi abbiamo visto partire ed arrivare, tanti ragazzi, uomini e donne. La prefettura con nota 65388 del 01/08/2017 ha comunicato a codesto ente la dismissione graduale del Centro d’Accoglienza nel pieno rispetto delle normative Ministeriali vigenti.
L’auspicio che da uomo, padre e sindaco di una meravigliosa comunità faccio a me stesso, agli amministratori locali e a tutte le forze di governo che gestiscono da anni l’emergenza migranti, è di poter gestire i processi di solidarietà ed integrazione mettendo al centro di ogni protocollo l’uomo e la dignità umana affinché episodi spiacevoli e discutibili seppur ne rispetto della legge non avvengano più».