E’ stata confermata anche dalla Corte d’Appello di Campobasso la sentenza di condanna a 4 anni e 4 mesi già decretata in primo grado dal Tribunale di Larino a carico di Antonio Genio, l’ex autista del servizio urbano frentano processato per pedofilia ai danni di una 13enne. Ieri la sentenza dei giudici di secondo di grado del capoluogo. L’uomo, un 61enne, era stato riconosciuto colpevole dei reati a lui a ascritti e condannato alla pena di anni 4 e mesi 4 di reclusione, pena confermata in Appello, dunque. Era stato anche dichiarato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio inerente la tutela, la curatela e da qualsiasi incarico nelle scuole, nonché da ogni ufficio o servizio pubblico in istituzioni pubbliche o private frequentate da minori. Infine, era stato anche interdetto per 5 anni dai pubblici uffici. Il giudice di primo grado aveva rimesso le parti dinanzi al Tribunale Civile per la liquidazione del danno assegnando una provvisionale di 15mila euro in favore della parte civile rappresentata dall’avvocato Michele Urbano. La sentenza era stata pronunciata il 4 aprile 2017 al termine del rito abbreviato dal giudice del Tribunale di Larino Veronica D’Agnone, a seguito di circa due ore di camera di consiglio. Il Pubblico Ministero che ha condotto le indagini e ha sostenuto le accuse in Giudizio è la dottoressa Ilaria Toncini, che aveva chiesto nell’udienza del 7 febbraio scorso sei anni di reclusione. Nella ricostruzione della Procura erano stati confermati rapporti sessuali con la13enne, l’ultimo dei quali nella notte tra il 3 e il 4 luglio del 2015. A difendere Genio è stato Antonio De Michele, mentre la parte civile è affidata a Michele Urbano. Una vicenda, quella che avvenne a Larino e che fu denunciata dopo che la giovanissima fu portata al pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli, che scosse non poco l’opinione pubblica in Basso Molise. Il 60enne venne arrestato tre settimane e mezzo dopo l’episodio, il 27 luglio 2015, quando i militari della stazione Carabinieri di Larino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza impositiva della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato, emessa dal Gip del Tribunale di Larino. L’atto scaturì dalle indagini, effettuate dalla stessa stazione, che permise di sostenere che l’uomo aveva dato luogo, in più circostanze, ad atti sessuali con una ragazza minorenne sul conto della quale si mantiene il più stretto riserbo. Sei mesi più tardi ci fu l’incidente probatorio, che confermò le accuse a carico del molestatore- Il giudice del Tribunale dopo aver ascoltato a lungo la ragazzina interrogò anche il perito, nominato per verificare l’attendibilità della testimonianza della giovanissima, non ancora quattordicenne. La psicoterapeuta di Campobasso Falciglia confermò, a sua volta, l’attendibilità della vittima.

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