I rintocchi della campana, il freddo pungente e il solito silenzio assordante per ricordare chi sedici anni fa perse la vita nel crollo della scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia. Un anniversario che torna periodico ogni anno ma che non scalfisce il ricordo di coloro che quel 31 ottobre del 2002 hanno perso tutto ciò che di meglio l’esistenza aveva potuto donargli. Le lapidi degli Angeli di San Giuliano piene di fiori, peluche e tanto altro ancora, proprio per sottolineare che nessuno si è dimenticato di loro. Ieri il Molise si è fermato, alle 11,32 in tutte le scuole d’Italia è stato osservato un minuto di silenzio affinché simili tragedie non accadano più. Al cimitero del piccolo centro bassomolisano sono arrivanti in tanti per stringersi intorno al ricordo dei genitori delle vittime. Un dolore composto, pieno di dignità e voglia di non dimenticare nella speranza che quanto accaduto possa servire di lezione. Purtroppo la storia recente ha insegnato che così non è, e chi è arrivato ieri a San Giuliano ha dovuto ancora una volta sottolineare che prevenzione e manutenzione non sono un fiore all’occhiello per il nostro Paese. La commemorazione degli Angeli di San Giuliano di Puglia quest’anno ha assunto un aspetto particolare grazie alla presenza della rete nazionale dei comitati delle grandi stragi. Tutti con striscioni, magliette raffiguranti familiari che hanno perso la vita e con la consapevolezza che ancora una volta dal Molise è partito un messaggio ben preciso. Si chiede giustizia per chi non l’ha ancora avuta e rispetto per chi soffre. C’era tutto il consiglio regionale, l’unico assente per impegni già assunti è stato il presidente Donato Toma. C’era l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che quasi ogni anno, in forma privata, torna in paese sottolineando un legame che in questi anni non si è mai affievolito. Con lui anche l’ex procuratore capo della Procura della Repubblica di Larino ed oggi sindaco di Modugno Nicola Magrone. A capo del corteo il sindaco Luigi Barbieri ed il responsabile nazionale della protezione civile Angelo Borrelli. E poi il comitato vittime con Antonio Morelli e tutti i genitori. In silenzio e solo per ricordare i cari estinti. I volontari, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, gli altri sindaci e tanti bambini di diverse scuole, anche da fuori regione. Dopo il cimitero, il corteo con i gonfaloni si è messo in movimento verso il Parco della Memoria, lì dove una volta sorgeva la scuola Jovine e dove oggi tante tavole in legno ricordano i 27 angeli e la maestra Carmela Ciniglio che non ci sono più. Poche parole ufficiali da parte del primo cittadino dopo la deposizione di fiori e corone. Più che altro tanti ringraziamenti a chi, dopo sedici anni, si ricorda ancora delle vittime del sisma e di quello che ha vissuto la comunità di San Giuliano di Puglia. E poi tutti per la propria strada con il Parco della Memoria rimasto vuoto ma pieno di un significato struggente sottolineato da 27 palloncini bianchi ed uno rosso cullati dal vento fino a sera quando la fiaccolata della memoria ha ripercorso i luoghi dei tragici eventi del 31 ottobre del 2002 fino ad arrivare al cimitero del paese.

Il sindaco: la presenza di istituzioni, associazioni e cittadini è un abbraccio simbolico che ci fa andare avanti

Innumerevoli, ormai le commemorazioni vissute a partire dall’ottobre 2004 da Luigi Barbieri come sindaco di San Giuliano di Puglia, ormai alla conclusione del suo terzo mandato di fila. «La presenza di tanti cittadini delle associazioni, delle istituzioni è determinante per una comunità segnata indelebilmente da un dolore che ci ha colpiti 16 anni fa è un abbraccio simbolico che tutti loro fanno a noi oggi e che noi ricambiamo negli anniversari che colpiscono le loro comunità però è un gesto di vicinanza determinante perché è il modo per farti andare avanti perché tanto è lo sconforto dei cittadini chi ha perso un figlio chi un nipote chi un familiare invece questa vicinanza aiuta ad andare avanti e se siamo qui a ricordare dopo 16 anni vuol dire che dobbiamo fare memoria perché con la memoria c’è il futuro e c’è un futuro di una comunità – ha detto Barbieri – Il messaggio che si può mandare è che dobbiamo fare tanto, mentre abbiamo fatto tanto per la ricostruzione di San Giuliano, la vicinanza delle istituzioni non è mai mancata a San Giuliano ci vorrebbe l’impegno in più quotidiano lontano dai riflettori che proietta delle politiche di ripresa non tanto sviluppo perché è difficile parlare di sviluppo quando manca anche l’essenziale invece alle istituzioni dobbiamo chiedere una presenza quotidiana nelle politiche nell’attuazione delle politiche che siano di accompagnamento non si può risolvere il problema di tutti perché viviamo in una situazione di crisi generale, però alcune scelte potrebbero essere orientate a queste zone, alle aree interne e a tutto il Molise visto che le difficoltà riguardano l’intera regione».

Bertolaso: è sempre lo stesso dolore, ma in Italia non cambia nulla

È arrivato al cimitero con un grosso mazzo di fiori e accompagnato da “madre coraggio” Nunziatina Porrazzo. Una visita in forma privata come ormai fa da anni ma l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertlaso non si è sottratto ai microfoni non mandandole a dire. «È sempre lo stesso dolore – ha detto Guido Bertolaso – sempre la stessa emozione e la grande amarezza per un qualcosa che si poteva benissimo evitare e anche un grande affetto per questo popolo e questi cittadini che sono anche i miei. Purtroppo questo di San Giuliano rimane un caso isolato perché basta guardarsi intorno per capire il lavoro straordinario che è stato fatto qui. Il paese è stato ricostruito, la prima scuola antisismica in Italia è stata ultimata qui nel 2008 e quindi pochi anni dopo la tragedia. Il paese è stato completamente rimesso a nuovo ed il centro storico è un’opera d’arte. Tutto bello, tutto perfetto ma non ne parla nessuno. Stamattina (ieri per chi legge n.d.r.) ho fatto una diretta con un canale nazionale e sono stato io a ricordare che ero qui a San Giuliano in occasione della commemorazione delle vittime. Quindi un Paese che ha poca memoria ed è disinteressato delle cose belle che funzionano, un Paese che vuole solo fare polemica e trovare motivi di scontro e di dissenso invece di trovare unità di intenti anche nel campo della prevenzione antisismica che è un aspetto fondamentale e un diritto fondamentale per tutti gli italiani che non viene assolutamente garantito. Penso che quanto accade è una grande vergogna nazionale, penso che invece di fare tanti proclami, di fare programmi di governo verso mete irrealizzabili l’unica cosa seria che si dovrebbe fare è un grande piano di messa in sicurezza del territorio che possa garantire ai bambini di andare a scuola sicuri, garantire agli automobilisti di attraversare i ponti sicuri, che possa garantire a chi vive sulla riva del mare di stare tranquillo anche in caso di maltempo e soprattutto tutelare chiese e patrimoni inestimabili del nostro territorio senza avere paura dell’alta marea che può danneggiare. Un Paese serio si preoccuperebbe di fare queste cose e di impedire altre tragedie come quelle di San Giuliano ma abbiamo già visto che si sono ripetute. Un Paese serio dovrebbe dare case sicure a persone che hanno perso tutto come ad Amatrice e ad Arquata dove sono ancora in baracche vere e proprie e non come è stato fatto qui a San Giuliano. Non siamo un Paese serio. Ho ricordi precisi, come se fosse successo tutto alcune ore fa, ho tutto nei miei occhi. Il lavoro straordinario di tutti e quella terribile esperienza dei bambini estratti vivi e quelli morti. Cose che dovrebbero vedere i nostri politici per capire che cosa bisognerebbe davvero fare in questo Paese invece di chiacchierare e perdere tempo»

Borrelli: per il futuro l’augurio è che quanto accaduto qui ci insegni ad avere cura del nostro territorio

C’era anche il capo della Protezione Civile Nazionale Angelo Borelli per ricordare gli Angeli di San Giuliano di Puglia. «Innanzitutto – ha detto Borrelli – siamo qui per il ricordo e la memoria delle vittime. Per il futuro ci auguriamo che questa tragedia ci insegni ad avere cura del nostro territorio e delle nostre case. E a migliorare quanto costruito per evitare il ripetersi di situazioni di questo tipo”. Borrelli parla anche del recente terremoto che ha colpito ad agosto in basso Molise. “Stiamo lavorando, anche ieri è venuto il capo della Protezione Civile regionale in Dipartimento. Si sta lavorando per la messa in sicurezza, per gli interventi urgenti e per far rientrare chi ha avuto la casa danneggiata». Il capo della Protezione Civile analizza infine gli ultimi accadimenti meteorologici che hanno messo nuovamente in ginocchio il Paese. «Quanto accaduto – ha concluso Borrelli – nei giorni scorsi è stato uno degli eventi più severi ed impegnativi degli ultimi cinquanta anni. In realtà abbiamo una serie di problemi legati ai cambiamenti climatici. La settimana scorsa abbiamo avuto problemi in Sicilia, la settimana prima in Sardegna e ancora prima in Calabria. Purtroppo gli eventi diventano sempre più estremi e quindi dovremmo avere più cura del nostro territorio, fare più prevenzione per evitare poi di dover intervenire per riparare i danni».

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