Riduzione di pena decisa lunedì scorso in secondo grado al Palazzo di giustizia di Campobasso per Rosario Renzetti. Accusa e difesa, rappresentata quest’ultima da Joe Mileti e Marisa Berarducci, hanno concordato 5 anni di reclusione, proposta accolta dalla Corte d’assise d’appello. Nel marzo scorso Renzetti venne condannato, invece, in primo grado dal Tribunale di Larino a sei anni e sei mesi, ma inglobando anche i precedenti 34 mesi di pena avuta dalla Corte d’Appello di Campobasso. E’ la quarta sentenza di condanna a carico di Rosario Renzetti, la seconda per omicidio preterintenzionale. La vicenda è nota, si riferisce al pestaggio del tunisino Saiffedine Chaffar, avvenuta il 4 novembre 2007. Renzetti, assieme al fratello Michele, assolto in appello, venne processato per le lesioni provocate al magrebino, dalle quali il giovane nordafricano non si riprese più, fino a perdere la vita sette anni e mezzo dopo. Proprio la morte del tunisino, allora 39enne, arrivata a pochi giorni dalla condanna di appello a due anni e 10 mesi, indusse la Procura di Larino a riaprire il caso e a formulare a carico del proprietario del bar di Guglionesi l’accusa di omicidio. Il processo, con rito abbreviato condizionato, iniziò nel luglio 2017 e dopo un paio di rinvii per legittimo impedimento dell’imputato, si è chiuse ieri a marzo alla seconda udienza dinanzi al giudice per le udienze preliminari Cristina Quaranta. Il Pm Ilaria Toncini chiese 14 anni di carcere, per omicidio volontario. Il rito abbreviato fu condizionato all’acquisizione di perizie mediche e atti del primo processo. Il collegio di difesa non ha ancora sciolto la riserva sull’eventuale ricorso in Cassazione. Attualmente, Renzetti è in affidamento ai servizi sociali.