Visita di Stato anche per la minoranza linguistica arbëreshë, in basso Molise, dopo quella dei mesi scorsi dell’altra enclave croata. Nella mattinata di ieri il presidente del Parlamento albanese Gramoz Ruçi ha visitato Portocannone per la consegna del busto di Giorgio Castriota Skanderberg, dono del Consiglio Regionale di Tirana alla comunità bassomolisana. Precedentemente, l’incontro col presidente della Regione Donato Toma, per poi partire alla volta di Roma dove incontrerà i Presidenti di Camera e Senato. La delegazione albanese era attesa a Portocannone intorno alle ore 10.45 in piazza Skanderberg. Ad accoglierlo, insieme alle locali autorità, la cittadinanza e gli alunni della scuola elementare. Alle 11 inizia la cerimonia di conferimento della Cittadinanza onoraria di Portocannone al Presidente, per poi passare alla scopertura del busto di Skanderbeg. «Un segno di riconoscenza per la sua Alta presenza che rende omaggio al valore storico, filologico e linguistico della nostra Comunità arbëreshë, nel suo legame indissolubile con la Terra d’origine» dichiara emozionato Giuseppe Caporicci, sindaco di Portocannone. In Italia, i Comuni a minoranza linguistica sono circa 100mila. Così Cristina Acciaro, consigliera di Portocannone: «Siamo portatori di precisi valori di accoglienza e fratellanza, ma purtroppo alcune comunità, a differenza della nostra, hanno perso la loro identità originaria». Il presidente Ruçi si dichiara «molto orgoglioso di essere qui oggi, dove vivono i miei connazionali albanesi». Il sindaco Caporicci ricorda: «È un percorso che inizia da lontano, dalla caduta del muro di Berlino c’è stata una prima grande accoglienza italiana e Portocannone è stato un punto di riferimento. In questi anni abbiamo sempre intrapreso relazioni con l’Albania, come col gemellaggio stretto nel ‘95 con Kruja che ci ha donato una copia della spada di Skanderbeg». Il tentativo di fare squadra tra i paesi alloglotti non è sempre facile per motivi logistici – molti sono situati in Calabria, – nondimeno le basi per costruire una rete sono state gettate e si sta cercando di mettere a frutto tutte le opportunità date dalla legge che tutela le minoranze albanesi e che è ancora troppo poco utilizzata. «I nostri antenati hanno conservato per secoli la lingua e la cultura» prosegue il primo cittadino, «ed è nostro dovere imprescindibile quello di attivare ogni strumento possibile per non perdere l’unicità e la tipicità di cui siamo testimoni. Per questo ci siamo candidati come capofila del progetto Interreg Italia-Albania e intendiamo creare un nucleo di lavoro».

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