Circa 300 milioni di euro è il conto del sisma che nell’agosto 2018, a cavallo proprio del 15, ha gettato nel panico e per loro sfortuna centinaia di famiglie del basso Molise fuori dalle proprie abitazioni. E’ trascorso più di un anno, ma aspettative di ricostruzione e assistenza. E’ questo l’ammontare delle schede sui danni trasmessi alla Protezione civile regionale, come ci ha confermato il sindaco di Larino Pino Puchetti. Un compendio salatissimo per un territorio martoriato anche da un altro terremoto, quello del 2002 e dall’alluvione di pochi mesi dopo, alle prese con gap infrastrutturale, sanità alla corda, scuola in bilico e con enti locali senza risorse e dipendenti, senza parlare di spopolamento e crisi economica. Insomma, la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Numeri emersi nell’incontro di lunedì sera a Palazzo Vitale, con Toma e Giarrusso a fronteggiare le istanze di sindaci e amministratori delle realtà più danneggiate. Altra cifra importante diffusa nel corso del rendez-vous campobassano è lo stanziamento di 39 milioni di euro da parte del Governo per la cosiddetta ricostruzione pesante, a cui sarà estesa pure per i municipi inagibili di Campomarino, Portocannone e Castelbottaccio. Era stato programmato da diversi giorni l’incontro post sisma tra sindaci e Governatore Toma per il terremoto del 2018. Doveva servire per restare coi riflettori accesi sul cratere del sisma 2018 per non far cadere nel dimenticatoio problemi ed esigenze delle popolazioni di numerosi Comuni. L’iniziativa l’aveva messa nero su bianco il sindaco di Montecilfone, Giorgio Manes, che ha scritto al Governatore-commissario Donato Toma, per chiedere un incontro urgente coi sindaci di una vasta area interessata, composta da ben 13 località. Istanza sottoscritta dai sindaci di Acquaviva Collecroce, Castelmauro, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Montecilfone, Montefalcone nel Sannio, Montemitro, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Palata, San Felice del Molise e San Giacomo degli Schiavoni. All’incontro di Palazzo Vitale assenti solo le amministrazioni di Tavenna e San Felice del Molise. Il summit è iniziato alle 17.30.
A sentire i partecipanti, il Governatore Toma ha fatto quasi un monologo, subito comunicando che sono in rampa di lancio 2,625 milioni di euro da erogare ai Comuni, previa la giusta rendicontazione degli interventi e delle domande: tre le tipologie, istanze di pronto ripristino da 25mila euro (per 1,8 milioni complessivi) e autonoma sistemazione (250mila euro), che verrà pagata fino a ottobre, per poi passare al cosiddetto rischio esterno, ossia le abitazioni che sono agibili, ma che necessitano interventi di messa in sicurezza per poter far rientrare i proprietari all’interno. Sull’annosa vicenda del serbatoio di Montecilfone, il presidente della giunta regionale ha garantito che l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza avverrà entro una settimana. Poi si apre la questione di chi ha consegnato schede oltre il termine del 27 maggio e qui i sindaci avrebbero ottenuto una proroga al 31 agosto. Resta una sola incognita, quella del termine dello stato di emergenza, fissato al 7 marzo 2020 e questo preoccupa, soprattutto per chi non avrà messo a posto gli immobili e non avrà l’autonoma sistemazione. Infine, il caso commissario, anche in questo caso, come per la sanità, è lo stesso Toma che vorrebbe prendersene l’onere.