Diciassette anni dal terremoto di San Giuliano di Puglia. Un tempo infinito per riflettere su quanto accaduto durante il crollo della scuola Francesco Jovine che il 31 ottobre del 2002 si è portata via ventisette bambini e una maestra. Un evento che ha segnato in modo indelebile la regione e che anche ieri è stato ricordato con la Giornata della Memoria. Il solito copione e tanto dolore che sembra riaffiorare all’improvviso quando la mente torna indietro nel tempo e rievoca quella tragedia. Anche ieri alla comunità si sono uniti tanti esponenti politici regionali, consiglieri e assessori che non sono mancati. Non c’era il presidente Donato Toma impegnato con un viaggio istituzionale. A far sentire la vicinanza del governo è invece arrivata in Molise il vice ministro all’Istruzione Anna Ascani accompagnata dal capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli. Con loro, immancabile in tutti questi anni, anche l’ex procuratore capo della Procura della Repubblica di Larino e attuale sindaco di Modugno Nicola Magrone e Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. C’era anche il presidente della provincia Francesco Roberti, i sindaci dell’area del cratere e tanti volontari di diverse associazioni, molti dei quali quel 31 ottobre del 2002 lo ricordano perfettamente in quanto impegnati a fornire il loro contributo nei pressi della Jovine. Con la fascia tricolore anche il sindaco del paese Giuseppe Ferrante, all’epoca del terremoto aveva 19 anni e ieri ha ricordato perfettamente quei momenti nei quali il sisma si portò via una intera generazione. Come da programma la Giornata della Memoria si è aperta con i rintocchi della campane del cimitero dove riposano gli angeli di San Giuliano. Una giornata voluta per ricordare, ma anche per tenere alta la sensibilizzazione sulle problematiche dell’edilizia scolastica. Al suo arrivo, e prima della cerimonia, il vice ministro Ascani ha deposto diversi mazzi di fiori bianchi nel luogo in cui riposano le piccole vittime del sisma e dove in queste ore si crea sempre un’ atmosfera surreale. In seguito il lungo corteo verso il Parco della Memoria dove una volta sorgeva la scuola Jovine e dove oggi si trovano delle lapidi in legno in ricordo di tutti i bambini. «La sicurezza – ha detto il vice ministro Anna Ascani – è un diritto dei nostri bambini e delle loro famiglie che lasciano i loro figli nelle scuole e hanno il diritto di vederli tornare a casa così come, purtroppo, non è accaduto diciassette anni fa a San Giuliano. Abbiamo istituito una giornata per la sicurezza nelle scuole che celebreremo il prossimo 22 novembre ma soprattutto abbiamo investito tanto in edilizia scolastica, non basta perché servono anche controlli costanti e continui. Quelli che sono mancati qui a San Giuliano diciassette anni fa. Stiamo cercando di aiutare i comuni con una task force sull’edilizia che prenderà avvio nelle prossime settimane, potrà subentrare anche in caso di inadempienza degli enti locali e che darà una mano in fase di progettazione e per seguire i bandi e far arrivare i soldi su quei territori dove è ancora mettere in sicurezza le scuole». Per Angelo Borrelli il Giorno della Memoria è sempre doloroso per tutti ma deve anche spingere a guardare al futuro e alla sicurezza delle infrastrutture scolastiche. «Dobbiamo lavorare – ha affermato il capo della Protezione Civile nazionale – affinché si ripetano queste situazioni. Per quel che ci riguarda stiamo lavorando con il ministero dell’Istruzione per migliorare le infrastrutture ma anche per far crescere la resilienza dei nostri territori e dei nostri giovani, credo che un risultato importante sia stato quello della reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole e in particolare la formazione in materia di base di protezione civile. Così avremo dei cittadini informati. Credo che ci sia una adeguata consapevolezza, il tema poi si sposta sulle risorse, lo stesso ministro dell’Istruzione ha puntato i riflettori sull’esigenza della sicurezza. Investiamo molto anche sulla prevenzione, stiamo mettendo in piedi un sistema di allertamento della popolazione che sarà operativo dal prossimo anno, vado in giro sul territorio proprio perché ci siano piani di protezione civile aggiornati e conosciuti e partecipati dalla popolazione, Si mettono in atto delle pratiche di autoprotezione con delle esercitazione. Quindi per noi è fondamentale investire in prevenzione». Per San Giuliano di Puglia la Giornata della Memoria rappresenta sempre di anno in anno un nuovo punto di partenza, nessuno potrà più restituire i ventisette bambini che non ci sono più ma a diciassette anni dalla tragedia il Comitato Vittime chiede ancora una volta di tenere alta la sensibilizzazione sulla cultura della prevenzione. «E’ un messaggio – ha spiegato Antonio Morelli presidente del Comitato Vittime – che portiamo avanti da diciassette anni, per noi è una missione affinché la tragedia di San Giuliano non si ripeta più in nessun altro posto d’Italia. Oggi facciamo parte anche dell’Osservatorio Permanente sull’Edilizia Scolastica al Miur, abbiamo fatto alcune proposte in quanto l’esperienza che abbiamo avuto in questi anni ci ha fornito dei suggerimenti che abbiamo portato all’attenzione di questo tavolo di discussione. Bisognerebbe uniformare la campanella degli allarmi dovuti alle calamità, è una banalità che potrebbe però salvare delle vite umane. Oggi non esiste, oggi ha il suo suono d’allarme. Bisogna snellire le procedure e la burocrazia che blocca i fondi e accompagnare le regioni a fare dei progetti e ricevere fondi nazionali e europei. Ci sono a volte bandi abbastanza complicati e regioni come la nostra a volte non hanno il personale e le possibilità per intercettarli. Inizieremo con dei progetti dal Molise e dall’Abruzzo per diffondere la cultura sulla prevenzione e sulla sicurezza degli istituti scolastici». Per anni si è parlato delle ripercussioni che il terremoto ha avuto sulla comunità di San Giuliano di Puglia. Negli ultimi anni tante divergenze sono state superate e anche ieri la comunità si è mostrata unita nel ricordo dei ventisette bambini e della maestra che non ci sono più. Da qualche mese c’è un nuovo sindaco, ieri per la prima volta con la fascia tricolore ha rappresentato la comunità in questa ricorrenza. Giuseppe Ferrante però non dimentica quanto avvenuto il 31 ottobre del 2002, all’epoca aveva 19 anni e conosceva tanti di quei bambini. «Ricordiamo quel tragico evento, è difficile però bisogna prendere coscienza e andare avanti – ha spiegato il sindaco Giuseppe Ferrante -. Per onorare al meglio la memoria dei bambini bisogna tutelare e proteggere le nuove generazioni che rappresentano il futuro della nostra comunità. Un pensiero lo rivolgo anche per il bimbo morto a scuola a Milano e ai bimbi africani che tutti i giorni muoiono per arrivare nel nostro Paese in cerca di un futuro migliore. Ho letto un rapporto di Save the Children che spiegava come ci siano 420 milioni di bambini nel mondo che si trovano in zone di conflitti e che non potranno tornare a scuola. Nel 2002 avevo 19 anni, ero un ragazzo, conoscevo tutti. Loro ci danno la forza, coloro che non ci sono più e coloro che sono sopravvissuti a quella tragedia. In questi giorni due di quei bambini che sono scampati a quella tragedia si sono laureati».
G.C.