Dopo la morte di Cristian Terilli, avvenuta nella giornata di venerdì nel reparto lastratura della Sevel di Atessa, l’area dell’incidente è stata posta sotto sequestro. Sul corpo del 29enne è stata disposta l’autopsia. L’uomo lascia la moglie e due bambine. Intanto è previsto uno stop produttivo per il primo turno del 7 gennaio. Questo quanto comunicato dai sindacati ai lavoratori: «La direzione aziendale ha comunicato il senza lavoro per martedì 7 Gennaio per il primo turno di lavoro per il tragico evento avvenuto nel reparto lastratura ed il parziale sequestro dell’area interessata. Seguiranno ulteriori comunicazioni». Da Termoli, intanto, si alza il coro di chi addita alla carenza di sicurezza nel perimetro industriale della Fca. «La Sevel purtroppo non è l’unica isola infelice di Fca – tuona Stefania Fantauzzi dell’Usb lavoro privato e del coordinamento della Fca di Termoli – per fare davvero sicurezza, il medico competente e la sicurezza tutta, non possono essere stipendiati dalla Fca di cui sono controllori! Chi certifica la bontà della sicurezza degli ambienti di lavoro e del modo di lavorare, non può essere l’azienda stessa! Chi calcola se i carichi sono eccessivi, non può essere lo stesso soggetto che cerca di risparmiare sul numero di persone occupate! non è palesemente questo un conflitto di interessi? Se non ne siete convinti, provate a chiedere come si comporta il medico competente con chi lavora nei nostri stabilimenti! Chiedete con quale frequenza effettua la sorveglianza sanitaria! Se rilascia i fogli delle limitazioni! Se informa rispetto ai rischi che corriamo! Se riceve ed assume le espressioni mediche specialistiche! Chiedete! Un pensiero anche a Massimo Lombardi e Antonietta Cadoni». Lo stesso sindacato, che opera alla Sevel, «Alla vicinanza alla famiglia e al dolore per la perdita di una giovane vita vanno aggiunte doverose considerazioni. Da anni denunciamo situazioni pericolose che oggi a tutti appaiano tangibili, mentre in tanti hanno girato la testa altrove. Non è certamente il momento delle polemiche, ma la morte di Cristian, ragazzo di 29 anni, recatosi a lavoro per guadagnarsi onestamente da vivere, non può essere ricondotta alla sola casualità: siamo sicuri che sia sempre un bene che un’azienda produca senza sosta non concedendo tempi congrui per effettuare lavori e manutenzioni varie? Siamo sicuri che i sistemi di controllo siano efficaci? Come sindacato da anni facciamo denunce che spesso si arenano nella burocrazia, o a causa dello scarso personale a disposizione degli enti di controllo esterni; denunciamo da tempo un sistema che a nostro avviso antepone gli obiettivi economici all’essere umano, e chi dovrebbe rappresentare i lavoratori e cercare di tutelarne gli interessi, la salute e la sicurezza non ha fatto abbastanza. Basti pensare che da un anno e mezzo non si fanno elezioni delle Rls e che il sistema di relazioni sindacali non permette ricambio e reale rappresentanza democratica . La morte di un uomo non è accettabile e come organizzazione continueremo a denunciare ogni situazione a nostra conoscenza, a chiedere alla politica regionale e nazionale di potenziare gli enti di controllo, di modificare il sistema di appalti e sub-appalti fatti sulla pelle dei lavoratori. Auspichiamo che la magistratura renda almeno giustizia alla famiglia di Cristian e che tutti coloro che hanno responsabilità diretta ed indiretta aprano gli occhi per non rendere vano questo Sacrificio». Inoltre, anche il Soa ha tuonato contro la mancanza di sicurezza alla Sevel. «Le strumentalizzazioni non servono ma la realtà che anche in Fiat si muore. Grande gruppo, super tecnologie e chi più ne ha più ne metta mentre spesso e lo sappiamo molto bene che la realtà è altra cosa a dimostrazione le numerose malattie professionali e i vari incidenti dovuti alle tempistiche e ai carichi di lavoro imposti e assecondati in primis dai sindacati confederali per intenderci quelli che firmano tutto che anche oggi piangono lacrime di coccodrillo dinanzi questa ennesima tragedia, poco più di 3 mesi fa nello stabilimento di Cassino la morte toccò a Fabrizio collega e padre di famiglia, a poca distanza alla Sevel di Atessa stessa sorte per un giovane operaio di 29 anni dipendente Comau stesso gruppo Fca. Non basta più la sola solidarietà ai colleghi e alla famiglia, insieme dobbiamo cambiare le logiche del profitto e ridare umanità e valore al lavoro con dignità e diritti».