«Qualche idea per vincere ancora. Andiamo avanti!» Aventino ma non troppo per il presidente dell’Unione Carresi, Pasquale Di Bello, che pubblica sui social una scattata di “nascosto” il 30 aprile del 2019. «È la mia preghiera di ringraziamento a San Leo, prima della Carrese. Mi è molto cara, perché rappresenta l’ultimo gesto di una anno indimenticabile. Un’esperienza straordinaria, vissuta insieme a tante persone che qui ringrazio. Insieme abbiamo lottato, sperato, sofferto per rimettere sulla strada buoi e cavalli dopo l’anno dei blindati. Siamo stati trattati come delinquenti, abbiamo reagito come signori e abbiamo vinto. Dobbiamo fare la stessa cosa anche quest’anno. Contro le Carresi ci sono forze potenti e organizzate, presenti nei luoghi dove si scrivono le leggi, quelle che con un tratto di penna pretendono di cancellare la storia e l’identità di un popolo, conformando tutto e tutti ad un pensiero unico. Quella che ci accingiamo a disputare – è bene che ce lo diciamo con chiarezza – è una partita difficilissima che può essere giocata e vinta solo se il fronte delle Carresi sarà unito in maniera granitica.
Ho ricevuto in questi giorni tantissimi attestati di stima, pubblici e privati, che mi hanno indotto a riconsiderare la decisione di un mio disimpegno per l’anno in corso. Una decisione nata in un momento di amarezza seguito a offese e accuse che non starò qui a rimestare. Voglio guardare avanti. Che fare, allora? Tutti sapete che la modifica all’ordinanza Martini ha reso obbligatori e vincolanti i pareri dei veterinari e del tecnico del fondo in seno alla commissione sui pubblici spettacoli, quella che formalmente autorizza lo svolgimento della Carrese. L’uso del pungolo, hanno già fatto sapere, sarà condizione per negare l’autorizzazione. Questo vuol dire che qualora volessimo forzare la legge (spero proprio di no), ci troveremmo nuovamente la strada sbarrata dai blindati. Dal Ministero della Salute ci hanno chiesto di avviare uno studio scientifico che possa fare chiarezza su tale questione e stabilire, una volta per tutte, se l’uso del pungolo è causa o meno di maltrattamento e sevizie. Occorrono due anni (ma forse anche meno) e 80 mila euro. Lo studio verrà finanziato dalla Regione Molise ed eseguito dall’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, guidato dal dottor Nicola D’Alterio, professionista che gode di grandissima stima nel mondo dei Carri, settore nel quale per anni ha operato come veterinario.
Cosa dobbiamo fare, allora? Questa la mia idea:
Tutti e tredici i Carri dei quattro Comuni dovranno sottoscrivere tra loro un protocollo d’intesa col quale sanciscono una moratoria di due anni all’uso del pungolo. In attesa che quindi si completi lo studio scientifico, i Carri si impegnano per due anni a non utilizzare il pungolo.
Tale protocollo dovrà essere siglato di concerto con i quattro Sindaci dei Comuni interessati.
Il protocollo, infine, dovrà essere sottoposto all’autorità Prefettizia, alla presenza dei veterinari e delle altre autorità competenti, al fine di una presa d’atto.
Contestualmente al protocollo d’intesa, dovrà essere avviato lo studio scientifico.
Quali gli effetti di tale percorso?
I veterinari non potranno più negare l’autorizzazione, non avendo più l’argomento a sostegno del diniego. La presa d’atto in Prefettura, con molte settimane di anticipo, di fatto vincolerà anche loro e impedirà sorprese dell’ultim’ora.
In un solo colpo vengono sgretolate le tesi animaliste. Sottrarremo loro il principale argomento d’attacco verso le Carresi.
L’effetto più importante: manterremo viva la Tradizione. Fermarsi quest’anno, significa fermarsi per sempre. Con le modalità che saranno possibili, la Carrese si terrà. Sono convinto che le capacità e l’inventiva per creare un surrogato al pungolo, non manchino.
Questa, a mio giudizio, è la strategia che andrebbe messa in campo e della quale potrebbe farsi garante la Regione Molise. Poche mosse, ma intelligenti, una prova di grande coraggio e maturità.
Ci sarebbe un’altra cosa, a dire il vero. Dovremmo cominciare a fare un minimo di autocritica. Non ci farebbe male. Oggi vige il primato della velocità su quello della Tradizione. Dovremmo invertire i termini. L’agonismo spinto è un male per le Carresi ed è alla base di molti degli errori commessi negli ultimi anni. Vince davvero chi riesce a conservare la Tradizione nel tempo non chi taglia il traguardo. Tra qualche anno, chi verrà dopo di noi ci ricorderà come quelli che hanno salvato le Carresi oppure come quelli che le hanno fatte morire. Io voglio un’altra foto come questa, una per ogni paese, per dire grazie ad ogni Santo. Se restiamo uniti, vinciamo noi. Lo abbiamo fatto una volta, possiamo farlo ancora».
Poi, lancia un sondaggio. «La modifica apportata all’Ordinanza Martini lo scorso 30 agosto 2019, attribuisce ai Veterinari il potere di bloccare la Carrese. Il loro parere in Commissione pubblici spettacoli (quella che autorizza la manifestazione) è obbligatorio e vincolante. I veterinari hanno già fatto sapere, presso il Ministero della Salute, che in caso di utilizzo del pungolo essi opporranno il loro diniego. La Carrese 2020, quindi, in questo caso non ci sarà. Unica via di uscita è quella di affidarsi ad uno studio scientifico condotto da un ente terzo, quindi non interessato ed equidistante, che possa certificare l’assenza di maltrattamento e sevizie in caso di uso del pungolo. Solo allora potrà tornarsi a correre la Carrese nella forma classica. Occorrono però due anni e servono soluzioni alternative se vogliamo celebrare le Carresi anche nel 2020.
Sulla vicenda è in corso un dibattito serrato. È importante, al fine di chiarire tutte le posizioni, anche sentire le comunità, i cittadini. La pagina dell’Unione Carresi è a disposizione. Lanciamo quindi un sondaggio che resterà aperto una settimana. Questa la domanda: siete d’accordo alla sospensione dell’uso del pungolo per due anni e alla celebrazione, nelle forme possibili, delle Carresi 2020? Sosteniamo i carri, come fosse un anno normale Anche se tra forti opinioni contrastanti, il mondo delle Carresi si sta avviando a trovare una soluzione che consenta di tenere insieme più cose: il mantenimento della Tradizione, lo svolgimento della Corsa dei Carri e il rispetto del benessere animale. La strada è tutta in salita, nessuno lo nasconde, ma ce la faremo. Nel frattempo, invito tutti a comportarsi nel modo più normale possibile, considerando che ogni Carrese verrà celebrata alla data prevista. Pessimismo e sfiducia devono restare fuori dalla porta e, soprattutto, vanno evitati messaggi negativi del tipo: “Non si corre”. No, no: si corre eccome. È per questo che stiamo lavorando tutti, nessuno escluso, dentro e fuori dalle stalle. Non permetteremo mai a nessuno di fermare le Carresi, anche a costo di enormi sacrifici. Invito pertanto tutti a sostenere sia economicamente sia fattivamente l’attività dei Carri. È soprattutto adesso, nei momenti come questi, che possiamo dimostrare se siamo una comunità oppure dei cani sciolti. Io credo che lo siamo una comunità, e per questo chiedo a tutti di contribuire al mantenimento degli animali e al fabbisogno dei carri».