Una testimonianza diretta di un paradosso da Covid alla Guardia medica di Petacciato, nel corridoio dei locali adibiti alla continuità assistenziale.
Di Guardia medica ormai ne parliamo spesso e dobbiamo dire poco volentieri, visto che si tratta di mettere in rilievo le pecche e le manchevolezze di natura organizzativa e logistica, come ad esempio quelle di via del Molinello, a Termoli.
Stavolta siamo a Petacciato e la testimonianza arriva dalla signora Cinzia Paltretti (che abbiamo già conosciuto come presidente della Pro loco).
«Mi reco alla Guardia medica di Petacciato per una iniezione. Mi apre la dottoressa, entro e mi fa accomodare su una sedia, nel corridoio appena poco dopo l’ingresso. A distanza c’è una sedia per lei. Le spiego di cosa ho bisogno e lei mi dice di avvicinarmi all’ingresso dell’ambulatorio ma di non entrare perché non si può.
“Non si può? – Le chiedo. E lei, «No, non si può entrare nell’ambulatorio, non è a norma, non è possibile arieggiare. Rimango un attimo perplessa perché la finestra c’è. La dottoressa mi fa la puntura in piedi nel corridoio dietro la porta aperta dell’ambulatorio per evitare che qualcuno veda dalla porta a vetri dell’ingresso. Esco chiedendomi a che livello di follia siamo arrivati. Nulla contro la dottoressa, anzi estremamente gentile ma mi chiedo: se qualcuno ha necessità di essere visitato? Lo stendono sulle sedie in corridoio? E come mai un ambulatorio di Guardia medica in questa emergenza da Covid non è a norma?»