Se tutto fosse nella normalità oggi sarebbe l’antivigilia della Carrese a San Martino in Pensilis e nell’aria si respirerebbe una tensione notevole, da tagliare letteralmente a fette. Mancando la componente agonistica tra le associazioni carristiche di Giovani, Giovanotti e Giovanissimi, restano altri i simboli attraverso cui mantenere saldi e vivi i fondamenti della tradizione. Come la colorazione del campanile, blu, rosso e verde per due giorni a testa, in onore dei rispettivi carri.
«Questo è come si presentava il nostro campanile, dedicandolo al Carro dei Giovani – sottolinea Giuseppe Zio – lo ha pensato il nostro parroco don Nicola Mattia, che ha illuminato prima di verde, e successivamente illuminerà di rosso, per ricordare i colori dei tre Carri e il grande vuoto che c’è in questi giorni, perché non potremo fare l’antico pellegrinaggio nei luoghi di San Leo! La nostra è una tradizione millenaria, fatta di vento e di devozione, che non potrà fermarsi né per il virus maledetto né per logiche che non attengono all’umano vivere e alla storia e all’identità vera dei popoli! Per cui quelle luci accese sul campanile sono anche la speranza e la certezza che la Corsa dei carri e la devozione a San Leo non moriranno mai!»