Se Sanremo 1972, tra le varie cose, rimase nella storia anche per aver sdoganato l’utilizzo della parola ‘sesso’ sul palco dell’Ariston, di Sanremo 2022 di cosa dovremmo ricordarci? E perché proprio dell’auto-battesimo di Achille Lauro? Insomma, il sacro irrompe sull’Ariston, provoca e fa discutere: a Lauro voto 9,5, per il coraggio, ma anche un po’ per l’impegno. In un anno è passato da testimonial contro il body shaming a palestrato rodato. «Chissà che dirà domani l’Osservatore Romano?» – dice allora Fiorello, tra il serio e il faceto. Sul palco, ad ogni modo, è tutta la società italiana ad essere finalmente rappresentata per quella che è. Giovani artisti poco conosciuti per un pubblico più adulto, ma talentuosissimi. Come Blanco al fianco del già vincitore Mahmood, l’artista che con la sua “Soldi” vinse non senza le discussioni della politichetta italiana per via delle sue origini. In 24 ore primi già in ogni classifica su Spotify: voto 7, ma solo per farli restare umili. Perché si sa: non è scontato che alla partita di calcetto dell’oratorio vincano quelli che schierano il più forte di tutti. Può sempre accadere l’imprevedibile, come per Bugo e Morgan, ma questa è un’altra storia. L’Ariston, comunque, evoca ormai un’Italia globale, vincente in ogni ambito. Come nello sport, e non a caso alla prima puntata ospita il nuovo mito del tennis italiano, Matteo Berrettini. Poi i mattatori, i Maneskin, vincitori della scorsa edizione e dell’Eurovision: voto 10 a tutti loro, meritatissimo. Un 5,5 ad Amadeus che esce per raccattarli fuori dal teatro con la golf car, ricordandoci la scena di Checco Zalone che offre un passaggio ad un gruppo di emo, non glielo toglie nessuno. Orietta Berti vestita da variante Omicron: voto 8, questa sì che è la campagna vaccinale che ci aspettavamo. Ornella Muti: 4, sarà pure bella, bellissima a 66 anni, ma non balla. Balla invece Rkomi (nome super fantasioso che l’artista ha ricamato semplicemente ripetendo in loop il nome Mirko), ma il 4 se lo becca lo stesso, perché il completo di pelle nera anche no, dai. Una cosa è certa: dopo due anni di pandemonio, le bizzarrie di Sanremo erano ciò che meritavamo, ma di cui non avevamo bisogno. L’Italia si destò, finalmente. E speriamo che il bacio con la mascherina tra il direttore di Rai 1 e Amadeus – che si commuove davanti alla platea gremita -, sia di buon auspicio. Magari un giorno torneremo davvero a baciarci.
Don Adriano Cifelli
Giorgio Rico