Sarà l’esito dell’autopsia sul corpo di Incoronata Sebastiano, la 72enne scomparsa da Bojano lo scorso 6 dicembre e ritrovata morta ormai quattro giorni fa, a pochi metri da dove era stata avvistata l’ultima volta, a raccontare la verità sulla sua tragica fine. Il sostituto procuratore Gallucci ha infatti conferito l’incarico ad un anatomopatologo dell’ospedale Rummo di Benevento. Si chiariranno, probabilmente, una volta per tutte i dubbi emersi in questi giorni. Resta però il dolore dei familiari, lo sconforto di chi, lunedì, ha incrociato Incoronata, purtroppo quando era troppo tardi per aiutarla.
Il pastore che proprio lunedì scorso ha notato per primo il corpo tra i rovi, segnalando immediatamente la sua presenza ai Carabinieri di Bojano, non si sottrae alle domande.
«Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi – racconta l’uomo, ancora scosso dal ritrovamento -. Ad essere onesto appena ho visto le scarpe, piccrell, che spuntavano tra i rovi, ho capito subito che potesse trattarsi di un corpo. E in qualche istante ho collegato tutto, ho pensato alla scomparsa della signora Incoronata. Mi sono spaventato, ti dico la verità. E ho chiamato subito i Carabinieri – prosegue -. Ad individuare il corpo è stato uno dei miei cani, un border collie. In quella zona, a dire il vero, non passo mai con le pecore ma il cane, quel giorno, ha iniziato a correre all’improvviso in quella direzione e io l’ho seguito, fino a quando ho notato le scarpe, dritte, e il giubbino blu. È stato terribile».
All’arrivo dei Carabinieri, il pastore ha trovato il coraggio, si è fatto forza e si è avvicinato ad almeno un paio di metri di distanza dal corpo della povera Incoronata.
«Ho notato la mano sinistra, posata sul terreno, ormai scheletrica. Quella destra invece era coperta. Il foulard, poi. Le copriva il volto, sono rabbrividito, mi sono sentito male. Non auguro a nessuno quello che è capitato a me: io sono coraggioso, ho incrociato anche tanti animali per il lavoro che faccio ma vedere un corpo senza vita è stato davvero terribile».
Gli abiti di Incoronata, in che condizioni erano? «Alla condizione in cui versavano gli abiti non ho fatto subito caso – racconta -, di certo il pantalone era rovinato. Ma non mi pare di ricordare che il resto fosse poi così pulito come è stato detto successivamente da qualcuno» racconta, ancora scosso, il pastore.
La zona dove è stato trovato il corpo di Incoronata, come testimonia l’uomo che conosce molto bene l’area, è soggetta al fenomeno della piena ma quest’anno potrebbe non essersi verificata in quel periodo. Altrimenti, spiega, il corpo sarebbe stato trascinato via. Invece Incoronata, dopo due mesi e mezzo dalla scomparsa – e presumibilmente dal momento del decesso -, era lì, ritrovata in una posizione analoga a quella di chi si stende per riposare, per dormire.
«Certo, la cosa veramente strana – prosegue poi il pastore – è che gli animali che abitualmente frequentano la zona come cinghiali o volpi non si siano mai avvicinati al suo corpo, altrimenti sarebbe stato ritrovato martoriato, forse non ne sarebbero rimaste neanche le ossa – dice -. Ed è forse un segno divino: una orribile fine ma almeno è stato possibile restituire il suo corpo alla famiglia. I miei cani, ad essere onesto, nelle settimane precedenti – ricorda ancora – mi davano l’impressione di essere attratti da qualcosa nelle vicinanze ma non ci ho mai dato peso fino a quando, quel giorno, uno di loro mi è sfuggito e l’ho seguito fin lì, fino a quella terribile scoperta. Non lo augurerei a nessuno – dice – è un’esperienza traumatica che non fa riposare la notte. E lei, sembrava dormisse. Forse si è stesa a terra per riposare dopo aver perso l’orientamento, ed è spirata lì». Come non si dorme al pensiero che la povera Incoronata fosse proprio lì, a pochi passi da casa. Chissà cosa deve averla portata proprio in quel luogo, chissà cosa deve aver pensato e vissuto in quei durissimi momenti, quella notte del 6 dicembre quando a Bojano le temperature scesero ben oltre lo zero, quando poco dopo iniziò a piovere senza sosta. Resterà per sempre un mistero, che Incoronata ha portato con sé quel 6 dicembre. Quando decise di uscire, evento rarissimo per lei che non si allontanava mai dalla sua abitazione. Quando raggiunse inspiegabilmente la Statale, quando probabilmente si addentrò nella vegetazione che costeggia la strada forse nel tentativo di tornare indietro, in un barlume di lucidità. Il freddo, il buio potrebbero averla sorpresa. E non le avrebbero dato modo di farsi notare, di chiedere aiuto, di tentare con tutte le forze rimaste di tornare a casa.
«Ho avuto la sensazione che si fosse stesa per riposare – il cruccio dell’uomo -, che si sia coperta per cercare di scacciare il freddo. Lì scorre anche quel fiumiciattolo, l’umidità è terribile per una persona così esile poi…. Dovevo trovarla viva, non così. Spero che ora riposi in pace». giorgio rico