Alza un po’ troppo il gomito, poi – d’improvviso – la furia violenta: prima i pugni, i calci, le spinte, poi dopo che l’uomo che ha aggredito cade a terra di schiena, l’aggressore sale su di lui a cavalcioni e continua a sferrare ripetutamente colpi al volto del malcapitato con inaudita violenza.
Una notte di ordinaria follia quella ricostruita dai Carabinieri di Bojano che hanno indagato su una rapina violenta che è avvenuta davanti ad un bar del centro del capoluogo matesino all’inizio del febbraio scorso. Un complesso puzzle che è stato possibile completare anche grazie alle immagini di impianti di videosorveglianza privati che hanno inchiodato l’aggressore, chiarito alcuni dubbi circa le dichiarazioni rese dalla compagna dell’uomo e dal titolare dell’attività denunciati per favoreggiamento.
È da poco trascorsa la mezzanotte, quando un giovane barcollante si aggrappa al citofono della stazione di via Croce e il carabiniere quella sera in servizio non fa nemmeno in tempo a rispondere che lo vede dalle telecamere accasciarsi al suolo. Immediata quindi la richiesta al 118 e il contestuale rientro della gazzella dell’Aliquota Radiomobile. Dalla testimonianza del giovane extracomunitario, sanguinante in volto e visibilmente provato, non si riesce però a capire molto. L’uomo riesce soltanto a simulare a gesti un’aggressione, prima di essere trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, dal quale verrà dimesso dopo qualche giorno con una prognosi di 30 giorni per lesioni al volto e frattura delle ossa nasali. Prima di raggiungerlo in ospedale, l’equipaggio in turno dell’Aliquota Radiomobile, visionando le immagini delle telecamere della caserma riesce però ad individuare la direzione dalla quale il giovane proviene e ad appurare che fosse a piedi. Dopo una ricognizione nel centro della cittadina matesina i Carabinieri individuano i bar ancora aperti e acclarano che in effetti fosse successa poco prima una discussione tra un ragazzo straniero ed un giovane del posto, alla quale però pare non avesse assistito nessuno. Fondamentali quindi, per la ricostruzione della vicenda, le immagini di alcune telecamere private che riprendo proprio l’area in questione.
«Agghiaccianti i filmati per la ferocia con cui l’autore, mentre consumava una bevanda all’esterno dell’esercizio insieme alla vittima, improvvisamente lo aggredisce facendolo cadere a terra di schiena, salendo sopra di lui a cavalcioni e colpendolo ripetutamente al volto con inaudita violenza, desistendo nel suo intento solo dopo aver assestato diversi pugni» raccontano i Carabinieri. È a quel punto che la vittima riesce a rimettersi in piedi e fuggire, giungendo privo di forze al cancello della caserma, dove viene soccorso. Le immagini consentono poi agli uomini dell’Arma di accertare che l’autore dell’aggressione, durante la stessa, inizialmente toglie il telefono cellulare dalle mani del ragazzo aggredito, lanciandolo a terra, e dopo che il giovane fugge, se ne impossessa. Ma non solo, perché il filmato consente di individuare anche la compagna del giovane aggressore, che in sede di interrogatorio aveva fornito una versione diversa dell’accaduto per tutelare il fidanzato. Risponderà perciò di favoreggiamento personale, così come il titolare dell’esercizio che nelle sue dichiarazioni aveva affermato di non essersi accorto di nulla, smascherato poi dalle immagini. Il motivo della lite invece è ancora al vaglio degli inquirenti. Molto probabilmente, alla base della violenta aggressione, l’uso smodato di alcol o apprezzamenti sgraditi rivolti alla compagna dell’aggressore. Insomma, futili motivi, come la maggior parte di quelli che oggigiorno fanno scattare la scintilla tra i giovanissimi che sfogano aggressività e repressione.
L’uso di alcol e droga, non a caso, è uno dei principali argomenti – al pari del bullismo – oggetto di trattazione negli incontri che i Carabinieri stanno attuando nelle scuole di ogni ordine e grado nell’ambito della campagna di formazione della cultura della legalità, quest’anno più che mai apprezzata dagli alunni, vista la situazione sociale oggettivamente difficile che tutti stanno vivendo ormai da oltre due anni a questa parte.