Non demorde Antonio Romano, ex vicesindaco di Bojano e già membro del Cda della Casa di riposo di località Terre Longhe, a proposito dell’azzeramento dell’organo di governo della struttura fondata dal compianto monsignor Nuzzi e al centro della burrasca da alcune settimane a questa parte dopo l’iniziativa intrapresa – ma poi revocata – dalla Fondazione Ss. Cuori di Gesù e Maria per la cessione del ramo di azienda e il licenziamento dei dipendenti. Romano, infatti, lo scorso giovedì ha ufficialmente avanzato una richiesta di azzeramento dello stesso Cda al vescovo Bregantini, durante un incontro che si è tenuto a Bojano sulla tematica delle progettualità future e in essere per le sorti delle aree interne. «Dopo la prima consegna a monsignor Bregantini della richiesta ufficiale di azzeramento del Cda, corredata da circa 600 firme di cittadini bojanesi, la raccolta delle sottoscrizioni non si è di certo fermata – spiega Romano -. Stiamo continuando a raccogliere adesioni. L’obiettivo è arrivare a 3000 firme totali. Per quale motivo? Perché l’apertura del Vescovo ad un allargamento del Cda, ancorché rappresenti un timido passo in avanti, è largamente insoddisfacente. Riteniamo infatti che non debba essere l’attuale Cda ad occuparsi del futuro dell’Opera, alla luce di quanto accaduto. Si rincorrono voci in questi giorni di manifestazioni di interesse per interventi sulla gestione della Casa arrivate da più parti. Ben vengano – prosegue l’ex vicesindaco del capoluogo matesino -, purché non siano argomenti gestiti dall’attuale Cda, ma soprattutto purché siano scevre di intenti speculativi e di lucro» conclude. Insomma, la partita è tutt’altro che chiusa. Ma l’impressione è che le fila siano piuttosto serrate, per il momento.

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