All’incirca un mese fa, nella Casa di riposo Ss. Cuori di Gesù e Maria di Bojano, si apriva una ferita per la comunità matesina che tuttora fa fatica a rimarginarsi e per cui, pare, ancora nulla di definitivo e di rassicurante si profili all’orizzonte, almeno per il momento. Ma l’asticella dell’attenzione sul tema, a Bojano e non solo, rimane altissima. Proseguono infatti gli incontri, prosegue il via vai sull’asse Bojano-Campobasso. Si è tenuto due sere fa, non a caso e dopo la richiesta lanciata anche a mezzo stampa ormai alcune settimane fa da Pasquale Guarracino, un incontro tra i componenti del Cda – tra cui il sindaco Carmine Ruscetta -, monsignor Bregantini e il segretario generale della Uiltucs nella sede campobassana dell’organizzazione sindacale che sta continuando a lavorare in rappresentanza dei dipendenti della struttura di località Terre Longhe.
Stando a quanto trapelato, nel corso dell’incontro i componenti della Fondazione avrebbero espresso la volontà di mettere un punto fermo sulla situazione incresciosa che si è venuta a creare, fortemente osteggiata dalla Uiltucs e dalla comunità locale, e di voler trovare quindi una soluzione che consenta di scongiurare la chiusura della Casa di riposo.
Sarebbe emersa, quindi, la necessità di prolungare ancora il confronto tra le parti, parallelamente allo studio della documentazione utile, per altri 15 giorni. Ma non solo, perché durante l’incontro di mercoledì sera sarebbe emersa anche la volontà di alcuni imprenditori che potrebbero essere interessati a rilevare la struttura, ma per cui è molto probabile che si renda necessaria un’ulteriore interlocuzione personale con l’Arcivescovo. Intanto, per ripercorrere i fatti, è trascorso oltre un mese da quando i 18 avvisi di licenziamento furono inoltrati dalla Fondazione ai dipendenti della struttura – lasciata in eredità alla collettività dal compianto monsignor Antonio Nuzzi -, parallelamente all’annuncio della cessione del ramo d’azienda. Poi, dopo la battaglia intrapresa dai sindacati, in particolare dalla Uiltucs Molise guidata dal segretario generale Pasquale Guarracino, e da alcuni esponenti civici e politici – tra cui Antonio Romano che a Bojano ha avviato una apposita raccolta firme -, il dietrofront dalla Curia: alla metà del mese di marzo il vescovo dell’Arcidiocesi Campobasso-Bojano, Giancarlo Bregantini, annunciava di concerto col Consiglio di amministrazione della Casa che fosse tutto da annullare. Ma le preoccupazioni dei dipendenti e dei cittadini di Bojano, quelle no, forse è impossibile sopirle prima di una definitiva e serena risoluzione di un caso che ha fatto e farà ancora discutere. Pochi giorni fa, inoltre, la lettera dei nipoti di don Antonio Nuzzi: una richiesta esplicita di chiarimenti rivolta alla Fondazione e a monsignor Bregantini. Intanto, dalla Uiltucs, ennesima dimostrazione di disponibilità al confronto, purché basato su procedure legittime e su un dialogo aperto e leale, con l’eventualità di coinvolgere aziende economicamente solide e capaci di accollarsi i debiti della Fondazione nell’interesse di tutti i lavoratori. Insomma, in attesa che arrivi qualche importante novità, resta acceso un faro su una questione che, appunto, ha aperto una ferita profonda da curare con ogni strumento a disposizione. Per il futuro di 18 famiglie, per il destino di un paese che negli anni ha perso tanti, troppi servizi, e per lo spirito ancora vivo che monsignor Nuzzi ha infuso nella missione di carità della Casa di riposo.
giorgio rico