Dopo l’incontro che si è svolto mercoledì tra il vescovo Bregantini, i membri del Consiglio di amministrazione della Casa di riposo e il segretario generale della Uiltucs Molise, Pasquale Guarracino, per tornare a discutere di cosa ne sarà della struttura per anziani di Terre Longhe e dei suoi dipendenti, torna alla carica anche l’ex vicesindaco di Bojano già membro del Cda, Antonio Romano.
«È molto sorprendente dover leggere sulle pagine di Primo Piano Molise le notizie concernenti un incontro avuto, in questi giorni, tra monsignor Bregantini, alcuni componenti del Cda della Casa di riposo e rappresentanti sindacali della Uiltucs Molise in ordine alle questioni relative alla struttura fondata da don Nuzzi – commenta Romano, che a Bojano ha avviato una raccolta firme per chiedere al vescovo l’azzeramento del Cda -. Già, perché lo scorso 29 marzo l’arcivescovo ha avuto con me un colloquio molto ampio presso la chiesa di San Giuseppe, in Campobasso, alla presenza del parroco don Vittorio Perrella, bojanese. Un incontro sereno, aperto, costruttivo – prosegue Romano -. In quella sede il vescovo mi invitava ad avere fiducia in lui in quanto stava prendendo importanti e coraggiose decisioni in merito alla governance, che prevedevano appunto l’azzeramento dell’attuale Cda e la nomina di un nuovo governo composto da soli bojanesi, con all’interno un nipote di monsignor Nuzzi. Una fase che sarebbe stata preceduta da una soluzione temporanea e straordinaria – spiega ancora Antonio Romano -. Ovviamente si è parlato anche di strategie per il rilancio dell’opera fondata da Nuzzi. Venivo invitato a pormi su un piano di fattiva collaborazione e a esercitare la virtù della pazienza. In quella sede ho riferito a padre Giancarlo che le sue decisioni erano coerenti con ciò che chiedono i cittadini di Bojano con le numerose firme raccolte – ad oggi circa 1500 – poste a corredo dell’appello consegnato a Palazzo Colagrosso alcune settimane fa. Il vescovo mi ha congedato poi con l’impegno di tenermi informato su ogni cosa. Invece, ahimè, così non è stato. Padre Giancarlo sta continuando a legittimare l’attuale Cda, responsabile dello sfascio in cui è caduta l’opera di monsignor Nuzzi» tuona Romano. «Sta continuando a dare fiducia a persone che non si sono dimostrate all’altezza, oltretutto immotivate rispetto alle finalità evangeliche della Casa e con caratteristiche che non sposano l’eredità morale e spirituale del fondatore. Se così stanno le cose, continueremo con le nostre azioni, in difesa della Casa di riposo, che diventeranno ancora più incisive – conclude Romano -. Raccoglieremo altre firme e se necessario scenderemo in piazza con manifestazioni pubbliche. Nessuno ci fermerà. Se finora non era ancora stato detto in maniera chiara ed inequivocabile, lo faccio di nuovo: bisogna porre subito fine a questa negativa esperienza di amministrazione. Non siano questi amministratori a decidere il futuro dell’opera di don Nuzzi».