Il sindaco Carmine Ruscetta rompe il silenzio sulla delicata situazione che si è venuta a delineare ormai da oltre un mese a questa parte per quanto riguarda il futuro della Casa di riposo di Bojano. Il primo cittadino del capoluogo matesino lo ha fatto direttamente nell’Aula di Consiglio comunale, lo scorso martedì mattina, in risposta ad un’interrogazione posta sul tema dal consigliere di minoranza Gaetano Policella, proprio per conoscere lo stato dell’arte sui fatti concernenti il destino dei lavoratori e della struttura fondata dal compianto monsignor Nuzzi.
«Ci tengo a ribadire che in questa faccenda io ricopro un doppio ruolo – dice Ruscetta -. In qualità di sindaco, infatti, rappresento la città, ma sono anche un componente del Consiglio di amministrazione della Casa di riposo, e a tale scopo fui nominato in tempi non sospetti rispetto al ruolo che ora ricopro. Ragion per cui non dovrebbero esistere dubbi sul fatto che io stia operando per il bene dei cittadini, e quindi dei lavoratori, e per quello della Casa. Sta di fatto che la situazione economica in cui versa la struttura è seria – prosegue -, e proprio per questo stiamo cercando la strada migliore da percorrere per risolvere questi problemi di natura strettamente economica. C’è quindi tutto l’impegno da parte del Cda per arrivare ad una serena risoluzione di quanto si è venuto a creare».
Poi Ruscetta torna sul trambusto che si è generato all’incirca un mese fa, con gli avvisi di licenziamento e di cessione del ramo d’azienda inoltrati dal presidente della Fondazione Ss. Cuori di Gesù e Maria, don Franco D’Onofrio, ai 18 dipendenti della Casa.
«C’era stato un tentativo di risoluzione che comportava risvolti con cui naturalmente non possiamo essere d’accordo – afferma -. Ma lo abbiamo detto anche pubblicamente prendendo le difese dei lavoratori. Si è lavorato pertanto all’interno del Cda per tornare indietro rispetto a quelle decisioni e in veste di componente del Consiglio mi sono assunto la responsabilità di chiedere di fare questo grande passo indietro, bloccando quindi tutto il procedimento avviato dal presidente. Ora stiamo valutando tutta una serie di iniziative, ipotesi e soluzioni che mirano a tutelare e salvaguardare quella che è una struttura, una realtà, che appartiene alla città di Bojano – aggiunge -. Voglio tutelare infatti la Casa di riposo non solo come componente del Cda ma anche come primo cittadino di Bojano. L’ho detto in tutte le sedi e lo ribadisco: quella è una realtà che noi siamo impegnati a tutelare, se necessario anche facendo le barricate. In maniera molto naturale, quindi, stiamo andando alla ricerca delle migliori soluzioni per salvaguardare la Casa e magari ampliarla anche attraverso una diversificazione dei servizi che la struttura può offrire. Mentre rispetto ad alcuni anni fa, infatti, era una realtà quasi unica nel contesto regionale, ora le Case di riposo sono nate come funghi e nel nostro territorio ne esistono svariate. Insomma, prima c’era la lista d’attesa. Ora si fatica ad avere nuovi ospiti. E così le spese superano gli incassi, e di conseguenza le difficoltà, finora affrontate anche da parte della Curia che è intervenuta a ripianare le somme che bisognava ripianare – spiega Carmine Ruscetta -. Bisogna tener presente, inoltre, che noi stiamo attraversando un forte periodo di crisi. Mentre prima c’era tendenza da parte delle famiglie a mandare i propri familiari alla Casa di riposo, oggi le famiglie ci pensano bene. Insomma, quello dell’assistenza agli anziani è un sistema che col tempo è radicalmente cambiato. Ma noi stiamo operando per salvaguardare la struttura, checché se ne dica all’esterno. Anche perché non credo che le iniziative intraprese all’esterno possano giovare alla Casa, anzi, piuttosto potrebbero arrecarle un danno. Sarebbe opportuno quindi far lavorare in tranquillità chi ha il compito di lavorare, come me appunto, nella doppia veste che ricopro» conclude. Dall’altra parte, la fiducia manifestata dai banchi della minoranza consiliare, da cui già un mese fa dichiaravano pieno appoggio al lavoro del primo cittadino, come ribadito anche nell’ultima seduta di Consiglio.
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