Dopo l’appello della Cobas, anche Antonio Romano – ex vicesindaco di Bojano, già membro del Cda della Casa di riposo di Bojano – torna a chiedere maggior chiarezza sul passaggio di testimone tra la Fondazione Ss. Cuori di Gesù e Maria e la srl Serena Senectus per la gestione della struttura per anziani di località Terre Longhe fondata dal compianto monsignor Antonio Nuzzi.
Romano, subito dopo l’annuncio di alcune settimane fa circa l’aggiudicazione della gestione della Casa a favore della società privata di Sessano, aveva espresso le proprie perplessità a proposito del fatto che fosse una società di capitali a dover gestire l’opera caritatevole lasciata da don Nuzzi in eredità alla comunità matesina.
Stavolta si rivolge direttamente al vescovo Giancarlo Bregantini, con una serie di interrogativi che rispecchiano i dubbi e le domande – legittime – di tanti membri della comunità dei fedeli e dei bojanesi.
«Bisogna partire dal presupposto che, a quanto pare, la gestione della Casa di ricovero Ss. Cuori di Gesù e Maria sia stata affidata una società di capitale con scopo di lucro, snaturando totalmente la sua radice di istituto di carità, e dal fatto che tutta la procedura di manifestazione di interesse sia stata gestita senza trasparenza e in maniera unilaterale. Premesso ciò, i cittadini di Bojano, circa 2000 persone che hanno firmato la petizione, il popolo di Dio, la Chiesa di Bojano, si pongono una serie di interrogativi che non possono rimanere senza risposta. È in tal senso infatti che mi rivolgo a padre Giancarlo Bregantini e a lui chiedo: perché non sono state ascoltate tutte le ditte che hanno risposto alla manifestazione di interesse? Quale è stato il criterio della loro automatica esclusione? Come verrà data continuità al contenuto del decreto n. 121 del 1955 firmato dal vescovo Alberto Carinci, che costituiva la Casa in persona giuridica ecclesiastica con lo scopo di ricoverare poveri e vecchi di ambo i sessi, bisognosi di assistenza materiale, morale e religiosa? Come verrà assicurata, sempre a norma del decreto Carinci, la presenza delle suore, dimostratasi oltremodo preziosa e insostituibile? – domanda -. E come verrà assicurato il principio statutario che prevede anche il ricovero di persone nullatenenti? In generale come verrà preservata l’impronta evangelica ed ecclesiale dell’opera e la sua animazione? Verranno tutelati e conservati i simboli iconici che danno visibilità a tale impronta? La scena della lavanda dei piedi, la scena della campanella nel parco? I segni posti a ricordo dei tanti benefattori? Le pietre che ricordano i morti del terremoto? Verrà preservata la memoria di chi si è tanto adoperato per la realizzazione di quel grandioso e moderno edificio, oggi messo in mano a privati che nulla hanno a che vedere con la maestosità dello stesso? – continua Antonio Romano -. Come verranno fatti risorgere i ruscelli della carità spontanea che era la linfa e la vita della Casa? Come continueranno i bojanesi a dar gloria a Dio per la presenza in città di un monumento eretto alla carità, così come recita la premessa del richiamato decreto Carinci?». Poi annuncia: «Per quanto ci riguarda, noi bojanesi faremo la nostra parte. Faremo nascere un soggetto morale: l’associazione Amici di monsignor Antonio Nuzzi, che prenderà in eredità i contenuti della sua missione e del suo apostolato umano e spirituale. L’associazione farà tante cose e vigilerà sulla Casa di ricovero, e sarà una spina nel fianco se necessario. Il 9 settembre, sesto anniversario della morte di don Nuzzi – conclude -, in concomitanza con la presentazione della campana fatta realizzare in questi mesi in suo onore e ormai pronta, verrà ufficializzata la nascita dell’associazione e verranno illustrati i suoi obiettivi». Insomma, la battaglia per la Casa di riposo non è ancora finita. Se da una parte è in via di definizione infatti la situazione del personale dipendente, dall’altra restano da chiarire molti aspetti legati allo spirito che da sempre muove la mission della struttura. In queste ore Bregantini sarà a Bojano per la ricorrenza del Santo Patrono della città, san Bartolomeo: chissà che non possa cogliere la palla al balzo e chiarire i tanti dubbi che ancora aleggiano sul futuro della Casa di ricovero di località Terre Longhe.

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