Anche le telecamere di Teleregione si accendono sulla vergogna degli alloggi Iacp di via Monte Gallinola, a Terre Longhe.
E le immagini non lasciano scampo: gli affittuari che vivono nella palazzina hanno mostrato e raccontato quello che Primo Piano Molise ha fatto emergere poco meno di una settimana fa. E in questi giorni – dopo la pubblicazione del reportage – nessuno, dall’Istituto autonomo case popolari, si è fatto vivo.
Silenzio.
L’umidità legata alle infiltrazioni d’acqua, come si ricorderà, crea enormi problemi di salubrità dell’aria e, particolare affatto secondario, di stabilità dei locali.
Pavimenti sempre impregnati di acqua, che si infiltra nelle stanze sottostanti: nel garage un pilastro sembra essersi spostato dalla sua sede naturale. E i fori, realizzati dai tecnici inviati tempo fa – con i quali si è pensato di consentire la fuoriuscita dell’acqua e rimasti aperti – non sembra siano serviti a granché.
Lungo le scale condominiali, vistose chiazze di intonaco scrostato, raccontano – anche ai non esperti – che ormai l’umidità sta divorando lo stabile.
E dal racconto di una vita da incubo – in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro, la propria casa – emerge un altro dettaglio: negli appartamenti mancano i termosifoni. E ci si riscalda con le stufe. In luoghi umidi, dove l’acqua trasuda dal pavimento, le stufette sembra non possano assolvere al loro compito in maniera sufficiente.
Senza contare che essendo elettrodomestici energivori, fra quelli che in pratica consumano di più, utilizzarli adesso, con il terrore che la bolletta della luce diventi insostenibile, risulta assai difficile.
Perché adesso bisogna scegliere: riscaldarsi in maniera adeguata con il rischio di non avere sufficiente disponibilità economica per il resto delle spese che quotidianamente si devono affrontare. Non ultimi i costi del servizio idrico, aumentati a dismisura proprio in conseguenza delle copiose perdite d’acqua.
Casa dolce casa: pareti umide, acqua che s’infiltra sotto i pavimenti, garage inutilizzabili e bambini ai quali sarebbe stato interdetto di giocare lì dove potrebbero verificarsi pericolosi distacchi di intonaco.
E al danno, la beffa: rimasti inevasi i solleciti inviati per le vie ufficiali tesi alla riparazione delle perdite idriche, idem per quelli attinenti alle richieste di manutenzione. Eppure, due anni fa, un tecnico dell’istituto mise per iscritto che era necessario intervenire, che avrebbero incaricato una ditta per i lavori.
Ventiquattro mesi dopo, nulla è cambiato.

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