Da quando l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dato il via libera alla commercializzazione di alcune farine provenienti da insetti, anche in Molise si è scatenato il dibattito sull’utilizzo di alimenti a base di farina di grillo, passando per valutazioni economico-ambientali e igienico-sanitarie.
Sul tema, al fine di chiarire alcuni aspetti, si è espresso anche il medico bojanese Regolo Ricci.
«L’assunzione di alimenti idonei dal punto di vista qualitativo e quantitativo è fondamentale per la sopravvivenza e la conservazione della nostra specie. Da anni nelle nazioni industrializzate viviamo nell’abbondanza e la scienza alimentare ci invita alla scelta di diete atte a coprire i nostri fabbisogni energetici, senza provocare obesità e disturbi vari alla nostra salute. Sembrerebbe però che in futuro le nostre scelte alimentari saranno sempre più condizionate dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che provocheranno la carenza di cibi che ci forniscono le proteine necessarie alla nostra alimentazione. Per questo motivo – afferma Ricci –, si cercano cibi alternativi. In quest’ottica, in Italia cominciano ad arrivare i primi alimenti a base di insetti che sono nutrienti, economici da allevare e a basso impatto ambientale. La proposta di questi nuovi alimenti, tuttavia, mette in discussione le nostre abitudini e l’idea che abbiamo relativamente alla palatabilità, appetibilità e sicurezza che deve caratterizzare la nostra nutrizione. Riguardo alla sicurezza, possiamo stare tranquilli perché l’utilizzo di insetti e loro derivati sarà regolato dalle normative previste per la commercializzazione di alimenti per uso umano. Pertanto, l’autorizzazione al commercio deve essere accompagnata da studi scientifici e autorizzata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare. In particolare, tali alimenti non devono contenere organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. Relativamente alle allergie, invece, bisogna approcciare agli alimenti a base di insetti con la stessa attenzione che vale per altri prodotti come crostacei, arachidi, fragole. Quindi, dal punto di vista sanitario – spiega il dottore di Bojano –, siamo più o meno nella stessa situazione dei cibi utilizzati comunemente. Al giorno d’oggi, però, evidentemente la sicurezza igienico-sanitaria non è il solo requisito richiesto dalla popolazione, perché nelle nazioni più industrializzate l’alimentazione non è considerata solo come un atto necessario alla sopravvivenza ma anche come un momento di piacere e convivialità in cui anche la golosità e la presentazione dei “piatti” giocano un ruolo fondamentale. È evidente, quindi, che un piatto di grilli, cavallette o quant’altro ci verrà proposto per soddisfare la nostra fame, non per stimolare il nostro appetito. D’altra parte, se le esigenze alimentari lo richiederanno come prevedono gli esperti, sicuramente dovremo e sapremo adattarci alla realtà; da animali onnivori come siamo e come dimostra la nostra evoluzione. In un futuro non troppo lontano, quindi, ci abitueremo anche noi ad utilizzare quelli che, in altre parti del mondo, sono considerati normali elementi dell’alimentazione e in alcuni casi considerati come vere e proprie leccornie. Come i vari “piatti” della cucina asiatica africana, e medio orientale, fatti di materie prime che non fanno parte della nostra tradizione culinaria e ormai accettati perché “resi appetibili” dalla globalizzazione e dai consueti canali mediatici che condizionano spesso i nostri comportamenti. Verosimilmente, appena l’industria alimentare troverà il modo di diminuire i costi di produzione di quello che per adesso è un prodotto di nicchia, anche l’utilizzo di insetti diventerà una componente della nostra alimentazione e potremmo trovarci a rincorrere sulla tavola imbandita grilli e altri insetti. Come da tempo fanno gli amanti “de le casce punte” – il formaggio punto – quando rincorrono le larve della Mosca Casearia che rende così saporito e cremoso il formaggio in cui si sviluppano».

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