Ce ne sono voluti di anni, ma alla fine il confronto pubblico tanto atteso da cittadinanza e amministratori con la Commissione straordinaria di liquidazione è arrivato: non una vera audizione, nemmeno un Consiglio monotematico, ma una semplice discussione coi membri dell’organismo che si è insediato a Bojano nel gennaio del 2019 a seguito della dichiarazione di dissesto finanziario, e che durante l’assise civica di mercoledì scorso hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento delle procedure di liquidazione dei debiti dell’Ente.
A seduta conclusa, si può dire che il momento sia stato chiarificatorio soprattutto sotto due aspetti: da una parte, i dati esposti dal presidente Cocola, fanno emergere senza dubbio che la Commissione ha lavorato, e pure tanto, producendo una grossa quantità di pratiche finalizzate alla liquidazione nei confronti dei creditori e avviando dove possibile tutte le procedure necessarie. Dall’altra, è arrivata una conferma circa quanto molti a Bojano sostengono da anni: il presunto debito più consistente, quello di quasi 20 milioni nei confronti dell’Azienda speciale regionale Molise Acque che sostanzialmente costituisce la base della dichiarazione di dissesto del 2018, ad oggi non può essere affrontato perché la struttura municipale non può produrre le relative attestazioni sulla certezza, la liquidità e l’esigibilità di quel debito. Di fatto non si tratta di una novità: a monte manca il titolo tra le parti che renda valide le fatture di Molise Acque, e in tal senso non bisogna dimenticare che esiste una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 27457 del 2016, che ha dato ragione al Comune di Bojano. Ma la questione è ancora sub iudice, su di essa pende un annoso contenzioso che per il momento, a quanto pare, non consentirà di sbloccare l’impasse.
I numeri. Come esposto dal presidente Cocola in Consiglio, per quanto riguarda i vincolati, ad esempio, nel 2021 sono stati prodotti 87 mandati che assommano a quasi un milione di euro. E nella liquidazione dei vincolati è emerso anche un caso nuovo dal punto di vista giurisprudenziale: quello riguardante i fondi vincolati cofinanziati per cui si è reso necessario un passaggio con la Corte dei Conti e col Comune stesso, e che alla fine questi sono stati soddisfatti per 230mila euro, 4 mandati totali quindi. Altro gran lavoro svolto riguarda la ricostruzione degli espropri legati alla realizzazione di opere pubbliche. Con gli ultimi 14 mandati prodotti per un totale di 26mila euro. Ad oggi – spiega Cocola – sostanzialmente i vincolati sono stati tutti gestiti, tranne quelli in essere. Ce ne sono rimasti un paio, ma ancora attendono il relativo finanziamento pubblico. Tutt’oggi la Commissione continua a ricevere istanze da parte dei creditori, e di pari passo vengono prodotte le richieste di attestazione agli uffici dell’Ente investiti per competenza. Ciò che manca ancora sono le lettere di attestazione per 19 pratiche totali. Le istanze complessive sono 237, di cui 214 sono ritenute esaustive, 4 da integrare, mentre 19 mancano del tutto. Sono stati attestati quindi circa 4 milioni e mezzo, oltre al milione circa relativo ai vincolati. Il dato totale ammonta però a 26 milioni 215mila 432,35 euro: insomma il grosso delle attestazioni mancanti riguarda il credito vantato da Molise Acque, per quasi 20 milioni di euro. E Cocola è chiarissimo in merito: «Fino a quando non ci sarà una soluzione di carattere giuridico, non si possono prendere decisioni in merito. E non compete a noi prenderne. Il credito al momento non è certo, liquido ed esigibile. Per procedere serve un’attestazione, solo così si possono prendere decisioni ai sensi dell’articolo 254 comma 4 del Tuel» spiega in Aula. In ogni caso, la Commissione non si è fermata nonostante questo muro apparentemente invalicabile. Parallelamente, infatti, si stanno anticipando le ammissioni e le esclusioni. «Stiamo informando i creditori sull’esito della nostra istruttoria e stiamo concedendo 10 giorni di tempo in maniera tale che la cittadinanza e i creditori possano produrre tutta la documentazione necessaria per rivedere eventualmente anche la nostra posizione – spiega il presidente dell’Osl -. Nel portarci avanti abbiamo istruito 86 istanze, di queste 86 ne abbiamo ammesse 63, che producono un accertamento per un milione 207mila 215,85 euro. Ne abbiamo ammesse parzialmente 6 senza ricevere contestazione. Ne abbiamo escluse 17. Quindi ad oggi dei 4 milioni e mezzo già attestati abbiamo preso decisioni per 86 pratiche con un impegno certo di 1 milione 200 mila euro circa». Poi conclude: «Con questa “audizione” volevamo che fosse chiaro che la Commissione è vicina alla cittadinanza, è a disposizione della cittadinanza, non è schierata, vuole semplicemente fare bene tutto, e nel miglior modo possibile. Siamo stati nominati dal Ministero e dobbiamo portare a termine nel minor tempo possibile queste pratiche».