C’è la firma di Andrea Campanella, giovane bojanese studente del corso di design grafico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, sul manifesto ufficiale delle celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione del capoluogo dell’Emilia-Romagna, ricorrenza in cui si celebra la liberazione della città e dell’Italia dal nazifascismo, la fine dell’occupazione nazista e la definitiva caduta del regime. Il manifesto ufficiale delle celebrazioni di quest’anno è stato realizzato proprio dal giovane e talentuoso bojanese, dopo essere stato selezionato dal professor Danilo Danisi nell’ambito del progetto «Poster for the City». La semplicità, la chiarezza, la potenza del messaggio attraverso due mani che si stringono, tenendo un fiore di papavero. Il rosso del fiore che spicca sul bianco dello sfondo, sul lato la frase «E le genti che passeranno ti diranno: che bel fior!», citazione del brano «Bella ciao», inno del movimento partigiano italiano. Insomma, c’è la firma del giovane studente bojanese, e grazie al suo talento si può dire che ci sia un pizzico di Bojano nel manifesto che in questi giorni sarà sotto gli occhi di tutti a Bologna e non solo, il manifesto che per eccellenza questa settimana racchiude il senso di appartenenza e libertà di una comunità che fa dell’antifascismo un valore fondamentale. Tanti gli eventi in programma, già partiti lo scorso 21 aprile, e scanditi proprio dall’immagine forte, eloquente, di Andrea Campanella. L’anniversario della Liberazione è vissuto ogni anno come un momento di celebrazione, di riflessione ma anche di festa per far conoscere e riportare alla memoria i momenti che segnarono, dopo anni di dolore e distruzione, la fine della guerra e del fascismo. Con questo spirito, vengono esposte le bandiere delle Brigate partigiane dalle finestre di Palazzo d’Accursio, e deposte le corone nei luoghi della Resistenza presso i Cippi dei partigiani caduti nei quartieri della città, alla presenza di autorità e studenti del territorio bolognese. Ma non solo: incontri, proiezioni, presentazioni di libri, visite guidate, mostre. Sono tantissime le iniziative che i bolognesi e i residenti di molti centri del resto della regione vivono con trasporto e intensità ogni anno in quest’occasione così importante per il passato, il presente e il futuro del popolo italiano. «Vedere il poster realizzato da me, affisso in tutta la città, è motivo di grande soddisfazione, emozione, ma anche di forte senso di responsabilità – dice il giovane Andrea Campanella -. Il nostro professore di progettazione grafica organizza ogni anno con gli studenti del primo anno questo contest. Avendo un contatto diretto con il Comune di Bologna, abbiamo appunto realizzato varie proposte. Poi la sorpresa: era stata selezionata la mia immagine. Mi hanno contattato dal Comune per adattare tutto in vari formati, e in questi giorni hanno affisso la locandina in ogni angolo della città. Insomma, un bel colpo al cuore. Un’emozione forte di cui sono fortemente onorato» racconta. Poi un passaggio sul significato, già veicolato in modo chiaro dall’immagine. «A livello visivo, nel poster le mani strette rappresentano un germoglio dal quale nasce il papavero rosso, simbolo della Resistenza. Quindi il concetto di base è proprio la rinascita, la crescita, l’unione: principi fondamentali a Bologna e in generale in tutta Italia, se si parla di 25 aprile. Ho scelto, per racchiudere il tutto, il celebre verso di “Bella ciao”, la canzone più rappresentativa del 25 aprile, per tutti a livello generazionale. Volevo che chiunque potesse riconoscersi in quell’immagine e in quelle parole, sia chi ha vissuto quegli eventi in maniera diretta, sia i più giovani, che sentono questi principi e continuano a lottare per essi a Bologna come in tutta Italia. Forse è stato questo, il fatto che sia molto semplice, auto esplicativo, insieme alla scelta dei colori che risaltano facilmente agli occhi, a valere il successo del poster». Poi conclude: «Venendo da fuori, da un contesto in cui di solito non accade nulla, o comunque questo tipo di opportunità non vengono date a noi giovani, vedere che la città che in qualche modo mi ha adottato negli ultimi anni porti anche qualcosa di mio, quindi sapere di aver dato un piccolo contributo in tal senso alla città, è motivo di grandissima soddisfazione. Spero che questo sia solo l’inizio di altri e interessanti progetti futuri. È stata una bella vittoria personale, sì, ma anche un segnale importante per i principi che ho cercato di infondere in quell’immagine».

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