Prima le minacce e le molestie, poi quell’atteggiamento verbalmente violento che diventa aggressione fisica, che sfocia in un autentico terrore: picchiava ripetutamente la sorella e il figlio minore, a tal punto da costringere la donna a vivere in una condizione di paura costante, fino al momento della denuncia.
Ancora un episodio di violenza, di maltrattamenti in famiglia a Bojano, dopo un caso analogo emerso nei mesi scorsi: lunedì 28 agosto, il Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri del capoluogo matesino ha eseguito una misura cautelare personale, su richiesta della Procura della Repubblica di Campobasso, nei confronti di un uomo del posto, dopo la denuncia avanzata dalla sorella.
L’uomo non potrà più avvicinarsi alla donna, né ai luoghi da lei frequentati, perché gravemente indiziato del reato di maltrattamento in famiglia. Dopo la denuncia, sono scattate infatti immediatamente le indagini della Procura di Campobasso e del Comando dei Carabinieri di Via Croce, anche alla luce delle disposizioni introdotte dalla legge del cosiddetto “Codice rosso”. L’esito dell’attività investigativa non ha lasciato spazio a dubbi, ed è stata quindi richiesta al gip un’idonea misura cautelare. Quest’ultimo ne ha riscontrato i presupposti, dando via libera all’applicazione della misura per violazione dell’articolo 572 del Codice penale. Molteplici le tipologie di molestia e minaccia che l’uomo ha adottato nei confronti della sorella e del nipote minorenne, fino a sfociare in aggressioni fisiche e costringere la donna a vivere in una condizione di costante paura per la propria incolumità.
Una drammatica vicenda che – spiega il procuratore Nicola D’Angelo – rappresenta una tipologia delittuosa sempre più frequente negli ultimi anni ed il cui contrasto capillare è doveroso e necessario anche al fine di prevenire reati più gravi.
Inquietante, infatti, l’incidenza di episodi simili in tempi assai ravvicinati, seppure in una piccola cittadina di ormai poco più di 7mila anime.
Il procedimento – aggiunge infine il procuratore – è nella fase delle indagini preliminari nel corso delle quali l’indagato potrà esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito.