Bagnati, senza ossigeno, strappati appena nati alla propria mamma e gettati come rifiuti in un sacco per il mangime legato da un laccio: sono stati recuperati la scorsa domenica, in località Castellone di Bojano, altri nove cuccioli di cane abbandonati da ignoti in maniera barbara e assolutamente efferata.
Un giovane del posto ha fortuitamente rinvenuto il sacco e, allarmato dal lamento dei cuccioli, ha a sua volta allertato le forze dell’ordine prima di essere raggiunto da una attivista volontaria che da anni è impegnata sul tema dell’abbandono e dei maltrattamenti. Quest’ultima, si è recata sul posto per dare una mano e mettere in salvo quanti più cuccioli possibile. I piccoli sono stati immediatamente tolti dal sacco e avvolti in una copertina, nel tentativo di riscaldarli, per poi affidarli in un primo momento ad una volontaria che si è offerta di accudirli, e in un secondo momento sotto una cagna in allattamento su decisione del veterinario Asrem intervenuto.
Purtroppo, solo cinque dei nove cuccioli sono sopravvissuti all’agonia: uno strazio, uno scempio inconcepibile nel 2023, quando il fenomeno dell’abbandono degli animali in tutta Italia resta tristemente ed estremamente diffuso, e nelle zone del Matese vive picchi drammatici, con segnalazioni giornaliere sia di maltrattamenti che di casi di abbandono.
Le stime più aggiornate, suggeriscono che in Italia ogni anno vengono abbandonati in media 80mila gatti e 50mila cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti. Numeri inequivocabili che indicano come sul tema serva un impegno maggiore, sia per quanto riguarda l’attività di indagine sui territori, sia per quanto riguarda le azioni politiche da adottare.
La notizia di domenica, intanto, ha destato ancora una volta sgomento sui social, ma anche tra gli stessi volontari che proseguono nella lotta immane contro l’inciviltà, contro il fenomeno dell’abbandono degli animali e dell’indifferenza, ma che sempre più spesso lamentano di sentirsi abbandonati dal sistema. Certamente, l’impegno di volontari e associazioni aiuta e non poco a mitigare il fenomeno, ma è chiaro che questo non basti. L’augurio è quello di non dover mai più assistere a scene come quelle di domenica, ma la realtà dice altro: la mostruosità di alcune persone è dietro l’angolo, e presto potrebbe accadere di nuovo. Lo dicono i numeri, lo dice la storia. Quindi la società deve fare squadra contro l’inciviltà, con l’obiettivo di vincere davvero la battaglia del randagismo e garantire anche agli animali un futuro migliore.

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