La magica tradizione degli zampognari di Bojano ha toccato ancora una volta corde straordinarie. Lo scorso 20 dicembre, Antonio, Fernando, Daniele Romano e Franco Sacco hanno portato la loro arte davanti a Papa Francesco, in occasione dell’udienza dedicata al Natale, segnando un traguardo epocale: da 30 anni, in questo periodo, la loro musica risuona in Vaticano dinanzi al Santo Padre. L’incontro è stato un mix di emozioni e storia, quest’anno accresciute dalla presenza della vicesindaca Raffaella Columbro che ha conferito tono all’unicità dell’evento: un inno alla continuità e alla bellezza della tradizione, culminato nella consegna di alcuni doni speciali che hanno reso indimenticabile questo viaggio musicale nel cuore della cristianità. Il primo incontro con Papa Giovanni Paolo II, oggi santo, è avvenuto nel 1993. Poi dopo la sua morte gli incontri sono proseguiti con Benedetto XVI e infine con Papa Francesco. Nel mezzo vi è stata qualche pausa dovuta a causa di forza maggiore, come accaduto durante il momento più duro della pandemia. Ma lo spirito è rimasto sempre lo stesso. Basti pensare che il giovane e talentuoso Daniele Romano aveva solo cinque anni quando – vestito da zampognaro e con in mano una piccola ciaramella – stupì Joseph Ratzinger. E lo stupore per la continuità di questa bella tradizione è palpabile tuttora, anche nei ranghi della Chiesa stessa. Lo scorso 20 dicembre, infatti, mons. Leonardo Sapienza, prefetto della casa pontificia, rivolgendosi al Papa ha detto: «Santità, questo giovanotto è cresciuto qui!», riferendosi dunque proprio al giovane Daniele. Il Papa, molto compiaciuto, ha dialogato brevemente col musicista bojanese che, ricordando anche la sua partecipazione alla scorsa Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, gli ha consegnato una sua lettera personale. Sempre Daniele ha accolto il Papa con una stupenda e antica melodia di Natale al suo ingresso nell’aula Paolo VI, gremita di fedeli e pellegrini, suscitando ammirazione ed emozione. Alla sua performance è seguito un lungo e caloroso applauso. Poi Papa Francesco ha svolto una stupenda catechesi sul presepe, legandola alla ricorrenza deli 800 anni del primo presepe vivente celebrato da San Francesco a Greccio.
Il presepe, ha detto Papa Francesco, ha il potere di farci stupire e attraverso di esso possiamo interiorizzare il mistero di Dio fatto uomo per noi uomini. Lo stupore deriva proprio da questa discesa di Dio sulla terra, da questo entrare nella storia degli uomini, indicando la povertà come via privilegiata per incontrarlo. Dio – ha ricordato – nasce in una stalla, in mezzo agli animali e su una greppia.
Insomma, il 20 dicembre 2023, nel solco di una tradizione ormai trentennale, è una data destinata a rimanere impressa a lungo nella memoria degli zampognari di Bojano e della comunità matesina. Come ha spiegato infine Antonio Romano, uno degli zampognari presenti in Vaticano, al Papa è stata portata in dono una statuina in bronzo, fusa dalla Fonderia Marinelli di Agnone, raffigurante proprio un suonatore di zampogna. Mentre il vicesindaco Columbro ha donato a nome della città una chicca natalizia in ceramica artistica, creata dal rinomato laboratorio Chirico di Bojano. Così, l’incontro di quest’anno degli zampognari di Bojano con Papa Francesco aggiunge un nuovo capitolo di prestigio a una tradizione che continua a incantare il Vaticano da tre decadi, confermando che la musica natalizia e la spiritualità possono unirsi in un’armonia senza tempo.

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