Scadranno i primi di luglio i 20 giorni di tempo che il Ministero ha fornito ai Comuni rientranti nell’area del Parco nazionale del Matese affinché siano fornite delle osservazioni alla bozza di disciplinare che lo stesso Ministero ha allegato insieme all’ultima versione di zoonizzazione: insomma, dopo il ricorso al Tar Lazio presentato da Italia Nostra, si è smosso davvero qualcosa, e da Roma si è rimessa in moto la macchina evidentemente per accelerare sull’iter di istituzione dell’Ente, passando proprio per quel disciplinare, quelle regole che di fatto normano tutta una serie di cose per i territori rientranti nel Parco, e che resteranno in vigore fino a quando non sarà stilato un vero e proprio Piano.
A confermare la notizia della nota del Ministero pervenuta ai Comuni nei giorni scorsi, direttamente l’assessore regionale Andrea Di Lucente e l’assessore comunale di Bojano, Gianni Marro, in occasione dell’incontro che si è svolto nel capoluogo matesino lo scorso sabato presso il Palazzo Colagrosso, iniziativa organizzata – con il patrocinio del Comune di Bojano e dell’Università del Molise – dal Cai e dalle associazioni inserite nella Consulta del Matese insieme a più di 70 associazioni molisane e campane insistenti nell’area, tutte impegnate a promuovere una corretta e coerente informazione e facilitare la realizzazione di un buon Parco Nazionale quale strumento di tutela e di crescita economica del territorio.
Non era mai avvenuto prima che il Ministero scrivesse direttamente ai sindaci, sull’argomento. Tant’è che fino ad ora i Comuni si sono interfacciati con Roma sempre tramite la Regione che – come ha evidenziato Marro in occasione del convegno che si è svolto a Bojano – ha rispettato i tempi burocratici e ha sempre dato tutto le risposte che doveva dare.
Ora, stando all’ultima versione della zoonizzazione, si sarebbe riaperto tra l’altro il canale di collegamento tra l’istituendo Parco nazionale del Matese e il Pnalm. E la richiesta rivolta ai Comuni di produrre le osservazioni alla bozza di disciplinare rappresenterebbe il preludio all’emanazione del cosiddetto Dpr, il decreto che poi passerà al vaglio del Presidente della Repubblica.
L’assessore Marro, da tempo impegnato sul tema del Parco, ha sottolineato quindi l’importanza di tornare a lavorare insieme, in sinergia tra amministratori, per elaborare quelle osservazioni dopo l’importante lavoro già svolto sulla prima bozza di disciplinare ben articolata. «Siamo più di 50 Comuni, all’incirca 23 solo in Molise – ha spiegato Marro -. Quindi c’è il rischio di avere delle clausole di salvaguardia molto restrittive, perciò bisogna lavorarci insieme. Senza steccati. In tal senso, ho già contattato alcuni Comuni che hanno firmato le clausole precedenti, poi c’erano dei Comuni del beneventano, quindi a giorni manderò questa bozza che si fonda sulle basi di quanto avevamo già prodotto. Ora però non è più il momento di discutere di chi vuole far parte del Parco e chi no. Non c’è più tempo per il dentro o fuori. Se ci fossilizziamo ancora su questo argomento, rischiamo solo di perdere l’opportunità di istituire un Ente che rispecchi realmente le richieste della comunità, di chi il territorio lo vive».
Poi c’è il discorso della sede. Marro è tornato a ribadire l’importanza di far sorgere la sede a Bojano, per ridare slancio e sviluppo a un’area che negli ultimi anni ha perso centinaia di residenti. Potrebbe nascere, ad esempio, nel borgo di Civita superiore. «Abbiamo tutto il diritto di chiederlo – ha ribadito l’assessore comunale -, anche perché l’idea del Parco è partita dal Molise, e il Molise ha risposto nei tempi, con gli amministratori locali che hanno fatto tutte le osservazioni che dovevano fare. Quelle tecnico-scientifiche presentate da Bojano, non a caso, sono state accettate al 100 percento».

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