Il Comune di Bojano, così come tante altre amministrazioni comunali molisane e alcune della Regione Campania, ha inviato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al presidente della Giunta regionale Francesco Roberti e all’assessore regionale all’ambiente Andrea Di Lucente – nonché per conoscenza a tutti gli attori istituzionali coinvolti sul tema – le ultime osservazioni riguardanti la bozza delle misure di salvaguardia provvisorie del Parco nazionale del Matese, quelle regole che scandiranno la convivenza dei territori con l’Ente Parco fino alla stesura di un vero e proprio Piano.
Il 12 giugno scorso, infatti, il Ministero aveva chiesto direttamente alle amministrazioni di elaborare tali osservazioni.
Le modifiche apportate, sono scaturite da una serie di incontri effettuati in questi anni tra associazioni, cittadini e amministratori, che vivono e risiedono nel territorio individuato dal Ministero come Parco nazionale del Matese, tenendo conto in primis che l’area individuata è un territorio antropizzato, e per questo necessita di clausole di salvaguardia che si adattino al contesto attuale.
Inoltre, si fa presente che il territorio individuato è già soggetto a varie tutele ambientali come Sic, Zps e Natura 2000, oltre ad avere vincoli sia paesaggistici che archeologici.
La necessità di applicare le clausole di salvaguardia proposte dai Comuni è dovuta anche dai tempi lunghi che si possono verificare per l’approvazione di un Piano del Parco da parte della comunità che lo compone, essendo quest’ultimo uno strumento necessario al fine della tutela dei valori naturali ed ambientali ma anche strumento di valorizzazione del territorio ricadente nell’area.
Da un’analisi di comparazione tra le clausole inviate negli anni passati e le ultime, si può costatare che alcune modifiche richieste precedentemente dai Comuni tramite le Regioni sono state prese in considerazione, ma bisogna fare di più.
Così, l’amministrazione comunale di Bojano chiede al Ministero di prendere in esame le ultime proposte di osservazioni, e alle Regioni di farle proprie, sostenendole al tavolo tecnico ministeriale. Inoltre si chiede, che prima che il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica provveda ad emanare un decreto ministeriale di perimetrazione provvisoria e di adozione delle misure di salvaguardia necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi, di programmare un incontro con i tecnici dell’Ispra e del Ministero, al fine di permettere agli amministratori che dovranno far parte della Comunità del Parco di motivare le osservazioni proposte e la necessità di adottarle al fine di iniziare un percorso di cambiamento, qual è quello di una nascita di un Parco nazionale, che punti ad essere un Ente non solo di protezione dello “stato dei luoghi”, ma che sia un sistema produttivo di qualità e che porti economia in un territorio soggetto a spopolamento soprattutto delle fasce più giovani della popolazione.
Una richiesta – quella del Comune di Bojano, condivisa anche da tante altre amministrazioni – motivata dalla necessità di costituire un Parco nazionale a misura d’uomo, capace di salvaguardare pienamente sia l’economia agricola che le realtà imprenditoriali del territorio matesino, partendo appunto da una proposta che venga dalla comunità del parco, che dovrà essere protagonista per trainare lo sviluppo dell’area stessa. Tutto questo, in uno spirito di leale collaborazione istituzionale.
Dopotutto, è il comma 3 dell’art. 34 della legge quadro 394/91, a dire che «entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministro dell’Ambiente provvede alla delimitazione provvisoria dei parchi nazionali di cui ai commi 1 e 2 sulla base degli elementi conoscitivi e tecnico-scientifici disponibili, in particolare, presso i servizi tecnici nazionali e le amministrazioni dello Stato nonché le regioni e, sentiti le regioni e gli enti locali interessati, adotta le misure di salvaguardia necessarie per garantire la conservazione dello stato dei luoghi. La gestione provvisoria del Parco, fino alla costituzione degli Enti parco previsti dalla presente legge, è affidata ad un apposito comitato di gestione istituito dal Ministro dell’ambiente in conformità ai principi di cui all’articolo 9».
Da qui, la necessità di una concertazione, al fine di partire con il piede giusto. Non resta quindi che attendere i riscontri alle ultime osservazioni presentate dall’amministrazione entro i termini previsti, nonché dell’incontro richiesto dalle amministrazioni al Ministero prima che venga emanato l’apposito decreto. L’iter per l’effettiva istituzione del Parco nazionale del Matese, ad ogni modo, sembra tornato davvero nel vivo e la recente accelerazione potrebbe portare a importanti novità – si spera – nel minor tempo possibile per quella che ormai è una vicenda che si trascina da sette lunghi anni.

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