Dopo il grande, sorprendente successo dello scorso anno, il Teatro del Loto ha deciso di dar vita alla seconda edizione delle Narrazioni di San Lorenzo, il Festival dedicato al teatro di narrazione, che non potrebbe svolgersi in un contesto migliore del Teatro romano del Parco archeologico di Sepino: il luogo simbolo e archetipico, insieme a Pietrabbondante, della storia millenaria del Molise.
Un luogo bellissimo, ancestrale, sorto alle pendici del Matese, oltre due millenni fa, dove, nei secoli, si sono succedute stratificazioni archeologiche e architettoniche capaci di creare un unicum di valore mondiale. Un’Arcadia possibile, talmente fusa e bella nel rigore delle sue pietre e del suo ambiente rupestre, che ogni scenografia, in un luogo così, rappresenta un inutile orpello, tante sono le storie che quelle pietre sanno ancora, da sé, oggi evocare e raccontare.
In un luogo così unico, come Altilia, bastano in effetti solo grandi interpreti, per ricreare il primo ed essenziale atto di quell’arte millenaria che è il Teatro: saper narrare storie. Quelle che, dopo il successo della prima edizione, con artisti e intellettuali molisani, sapranno ancora raccontarci interpreti davvero straordinari del Teatro, del Cinema e anche della Musica e della Canzone.
Gli appuntamenti, quest’anno, non si svolgeranno in tre giorni consecutivi, come nel 2023. Sono previsti, nell’arco comunque di una settimana, il 3, il 7 e il 10 agosto, il giorno San Lorenzo e delle stelle cadenti, in cui idealmente si congiungono le nuove narrazioni.
L’anteprima il 2 agosto con Stefano Sabelli in Piazza Spensieri a Ferrazzano, davanti ai suoi mosaici, per la 50esima replica di “Figli di Abramo”. Una replica speciale prevista per il raduno dei partecipanti al Cammina Molise 2024, prologo al nuovo tour dello spettacolo, replicato in tutta Italia anche per la stagione 2024/2025.
Dopo l’anteprima, il Festival si sposterà a Sepino: il 3 agosto sarà la volta di Peppe Servillo, con “Marcovaldo”. Sempre più a suo agio come intrattenitore totale, capace di svariare dalla grande letteratura alla grande canzone, con il supporto, alla chitarra, di Cristiano Califano, il front man degli Avion Travel partendo da quelle canzoni del gruppo casertano più legate alla poetica di Italo Calvino – “Scherzi d’affitto”, “La conversazione”, “Cuore Grammatico” – finisce per interpretare le avventure del protagonista di geniali novelle, create da uno dei più grandi narratori italiani del secondo Novecento.
Il 7 agosto, lo spettacolo di Roberto Mercadini con “La più strana delle meraviglie”: narratore, autore-attore, scrittore, poeta e divulgatore cesenate, Mercadini è capace come pochi di raccontar storie che contengono altre storie, che ne contengono altre ancora. E qui ci racconta la storia di uno dei più grandi narratori di storie di tutti i tempi. Forse del più grande: William Shakesperare.
Infine, il 10 agosto saranno Elio Germano e Theo Teardo a fare tappa ad Altilia con “Il sogno di una cosa”: liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pier Paolo Pasolini, nel dare corpo a questo racconto, Germano e Teardo si affidano a una narrazione, per parole e suoni, quasi mimetica, epigona di una tradizione contadina orale. Le voci dei protagonisti – cui da vita Elio – trovano corpo in un paesaggio sonoro vivo, fremente, quello creato da Teho, in cui la pioggia, lo scrosciare dell’erba e del fiume, i rintocchi delle campane e la voce del vento sono sfondo mitico e immutabile all’esistenza di tre ragazzi friulani, raccontati nel germoglio di una gioventù destinata subito a sfiorire. Fra passi di danza, di marcia si dipana la narrazione di tre vite in fuga dall’Italia del secondo Dopoguerra. Un estenuante cammino teso a inseguire… il sogno di una cosa.
Insomma, tre nuove e meravigliose notti d’agosto, da trascorrere in uno dei luoghi più iconici del Molise, il Parco Archeologico di Sepino ad ascoltare storie. Come si faceva un tempo sull’aia, in attesa delle stelle cadenti. «Quelle scie luminose che tutti, dopo le narrazioni, ci impegneremo a cogliere in cielo per rinnovare lo spirito della nostra vita, connetterci meglio a quella di chi ci sarà seduto vicino e ritrovare quella di chi ci manca – dicono dal Teatro del Loto -. Noi, in particolare, cercheremo di cogliere quella stella, quella scia di luce che il 10 agosto, a chiusura della rassegna, nel giorno in cui avrebbe compiuto il suo 67esimo anno, meglio ci connetterà al ricordo di Roberto Sabelli, progettista del Teatro del Loto, archeologo e studioso di valore internazionale, che tanto manca alla sua famiglia e a tutta la comunità del Loto».

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