La complessa procedura per l’istituzione del Parco nazionale del Matese prosegue con un passaggio significativo: la trasmissione delle osservazioni relative alle norme di salvaguardia. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha ricevuto dal Tavolo di Lavoro della Regione Molise un dettagliato documento contenente le modifiche e le istanze elaborate in seguito a diversi incontri con le amministrazioni locali. Un passo avanti che rappresenta un momento cruciale nel bilanciamento tra la tutela del rilevante valore naturalistico del territorio e le esigenze socio-economiche delle comunità che lo abitano.
Il Tavolo di Lavoro, istituito dal Presidente della Regione Molise, ha svolto un ruolo chiave nella raccolta e nell’elaborazione delle osservazioni. Composto dai sindaci di Campochiaro, Simona Valente; Sant’Agapito, Liberato Matticoli; Longano, Cristian Sellecchia; dall’Assessore ai Lavori pubblici e delegato del Comune di Bojano, Gianni Marro e per la Regione Molise dal Consigliere delegato Roberto Di Baggio e dal funzionario regionale Dott. Fausto Ricci, il tavolo ha tenuto quattro incontri, coinvolgendo tutti i sindaci dei comuni ricadenti nella perimetrazione provvisoria del versante molisano del Parco.
Il Tavolo tecnico regionale ha riportato al Ministero e ai vari organi coinvolti anche le perplessità emerse negli incontri svolti sul territorio in questi mesi, ad esempio sulle difficoltà che si potrebbero incontrare nella gestione del Parco, in termini di risorse e strumenti operativi; sulle restrizioni sul territorio, che potrebbero incidere negativamente sullo sviluppo economico e sulle attività tradizionali; sul rischio di proliferazione dei cinghiali, il cui abbattimento sarà vietato all’interno dell’area protetta, con tempi di attuazione per il contenimento della fauna selvatica giudicati eccessivamente lunghi.
Molti sindaci hanno richiesto una revisione della perimetrazione del Parco al fine di ridurre le restrizioni, mentre alcune amministrazioni intendono chiedere l’esclusione del proprio territorio dall’area protetta. Aspetto che richiederebbe un’attenta valutazione per garantire un’adeguata condivisione delle osservazioni formulate.
Un lavoro serrato, ad ogni modo, quello svolto su perimetrazione e misure di salvaguardia, visti anche i termini perentori fissati dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio dopo il ricorso di Italia Nostra che ha imposto una brusca accelerata sull’iter istitutivo dopo gli otto anni trascorsi dalla legge che di fatto ha dato il via alla nascita del Parco nel lontano 2017. Un lavoro determinante visto che sono in particolare le misure di salvaguardia quelle regole per cui passa la conservazione di specie animali e vegetali, habitat di interesse comunitario e singolarità geologiche, la salvaguardia dei valori paesaggistici, archeologici, storici e culturali, ma anche la promozione di metodi di gestione e restauro ambientale sostenibili, attività di educazione ambientale, ricerca scientifica e attività ricreative compatibili, lo sviluppo di attività produttive agro-silvo-pastorali e agrituristiche eco-sostenibili, nonché agevolazioni e finanziamenti per i comuni inclusi nel Parco, sulla base di regole ben precise che resteranno in vigore fino alla stesura di un vero e proprio Piano del Parco per cui però potrebbero volerci anni.
Il Tavolo di lavoro, pur riconoscendo un approccio più flessibile da parte del Ministero nelle osservazioni trasmesse, ha chiesto quindi che le richieste formulate vengano valutate con attenzione e accolte nel processo decisionale. Lo ha fatto sottolineando che il valore naturalistico del territorio è stato preservato nel tempo grazie all’impegno delle comunità locali, anche in assenza di un’area protetta formale. Un’impostazione non adeguatamente condivisa rischierebbe di aggravare le difficoltà già presenti nelle aree interne.
Per queste ragioni, l’auspicio è che le osservazioni presentate vengano accolte e integrate, affinché il Parco possa essere uno strumento realmente funzionale e sostenibile per il territorio e le sue comunità. Il prossimo passo sarà la valutazione da parte del Ministero e dell’Ispra delle istanze pervenute e la conseguente definizione del perimetro definitivo e delle norme di salvaguardia del Parco. Tutto dovrà avvenire entro 20 giorni: in caso contrario, come è ormai noto, si rischia il commissariamento.

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