Il tema del Parco Nazionale del Matese continua a tenere banco, con il dibattito tra chi ne sostiene le potenzialità di tutela ambientale e sviluppo sostenibile e chi invece teme vincoli eccessivi per il territorio e le attività locali che non accenna a placarsi. In questo scenario, la Commissione comunale competente ha svolto un ruolo cruciale nel tentativo di mediare tra le diverse posizioni e definire una proposta condivisa per la perimetrazione e le clausole di salvaguardia del futuro parco.
Nei giorni scorsi, come evidenziato dal presidente della Commissione consiliare Liberato Gentile, l’attenzione si è concentrata sulle osservazioni del Comune di Bojano in merito alla delimitazione e alle norme che resteranno in vigore fino alla stesura di un vero e proprio Piano del Parco.
Sono in particolare le clausole di salvaguardia, come specificato in una nota inviata dal Comune al Ministero, ad essere considerate essenziali per garantire una fruizione equa dell’area parco da parte di tutti gli interessati. L’obiettivo è contemperare le esigenze di protezione ambientale con le attività socio-economiche del territorio.
Per quanto riguarda la perimetrazione, il lavoro della Commissione ha invece cercato di raggiungere un sostanziale equilibrio. Da un lato, correggendo “errori localizzati” relativi all’inclusione di alcune abitazioni all’interno del perimetro. Dall’altro, escludendo dall’area parco le sorgenti idriche e i relativi impianti di captazione ricadenti nel Comune di Bojano. Una richiesta che nasce dalla volontà di «evitare qualsiasi possibile futuro problema di giurisdizione e competenza delle sorgenti ed opere di captazione» – ha spiegato Gentile.
Ulteriore elemento di discussione riguarda il mantenimento di una quota di territorio comunale all’interno del parco pari al 45%. «Questo valore rappresenta un riferimento importante, finora utilizzato per l’erogazione di contributi ai Comuni ricadenti nelle aree parco – ha affermato il presidente della Commissione comunale competente -. Per questo abbiamo valutato la possibilità di modifiche da apportare alla perimetrazione proprio al fine di mantenere tale percentuale, ma andando incontro allo stesso tempo alle esigenze espresse dalla cittadinanza».
Gentile ha spiegato anche il motivo per cui non è stato possibile chiedere di porre il confine del Parco oltre i 1000 metri di altitudine, considerando le istanze ricevute, come richiesto da alcune rappresentanze di agricoltori e allevatori: «C’era la possibilità concreta che l’Ispra non ritenesse motivato da considerazioni oggettive un confine posto così in alto, in aree dove per gran parte dell’anno si registra una scarsa presenza antropica. Si rischiava, insomma, una perimetrazione imposta dall’alto, senza confronto, sicuramente più deleteria per il territorio».
Gentile ha inoltre voluto evidenziare il clima di collaborazione tra maggioranza e minoranza, che ha quindi ringraziato per il contributo efficace fornito. Una discussione «ampia e collegiale» – ha affermato, che suggerisce un impegno congiunto da parte dei consiglieri comunali nel trovare soluzioni condivise per il bene del territorio. «Questa sinergia è stata fondamentale per presentare una posizione unitaria da parte del Comune di Bojano nei confronti degli enti preposti alla definitiva istituzione del Parco nazionale del Matese. Per questo, consapevoli dell’importanza di far valere le istanze del territorio, abbiamo dato mandato al sindaco di comunicare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica le osservazioni e le richieste sintetizzate nelle riunioni di Commissione al fine di rivedere la perimetrazione così come spiegato e ribadire la posizione di Bojano in merito alle clausole di salvaguardia. Ovvero che esse rappresentano la conditio sine qua non il Parco diventi realtà».
Ormai manca pochissimo alla chiusura del cerchio – che rischiava di diventare una retta infinita – del Parco nazionale del Matese. Un percorso che finora si è rivelato a dir poco tortuoso. Tuttavia, il lavoro svolto a Bojano rappresenta un passo importante nel tentativo di conciliare le diverse esigenze e costruire un futuro in cui tutela ambientale e sviluppo del territorio possano coesistere. L’auspicio è che tali istanze vengano recepite. Nel frattempo, ci si continua ad interrogare su quali saranno gli sviluppi futuri di questa delicata partita. Nei prossimi giorni, proprio a Bojano dovrebbe tenersi un importante incontro pubblico sul tema, ormai a pochi giorni dalla scadenza fissata dal Tar Lazio, pena il commissariamento.