Un episodio gravissimo è avvenuto, probabilmente da non troppo tempo, sulla montagna che sovrasta Bojano. Degli incoscienti hanno compiuto un atto vandalico a danno di un albero monumentale, forse il più longevo dell’intera regione nonché tra quelli nazionali che possono arrogarsi tale diritto.
Si tratta del pluricentenario e maestoso albero di castagno presente in località le Cupe, a quota 950 metri s.l.m., lungo il vecchio sentiero che da Civita Superiore sale verso l’eremo di Sant’Egidio, albero che, senza dubbio, rappresenta un vanto per tutti i boianesi amanti della montagna. Un castagno, situato su un piccolo pianoro un po’ aperto del bosco, della circonferenza di sei metri, alto una quindicina, la cui età è stimata, dagli esperti, tra i 600 e gli 800 anni se non forse qualcosa in più. Un albero, sicuramente molto raro per quell’età, che fu piantato o spuntò spontaneo per qualche frutto finito in quel luogo nel Basso Medioevo (dal 1000 circa al 1492), ai tempi in cui la città era un importante feudo e il castello di Civita era una fortezza inespugnabile.
È stato testimone silenzioso degli avvenimenti più importanti della storia di Bojano e molisana, sia tragici sia gioiosi, a partire probabilmente dall’anno 1000 ad oggi, vedendo anche un susseguirsi di nobili, come i de Moulins, i Capuano, i Pandone, i d’Artus, i de Lannoy, i Carafa, i Costanzo, i Filomarino della Torre e di pestilenze e terremoti distruttivi (1456 e 1805).
Nel periodo Risorgimentale con molta probabilità nelle sue vicinanze, il 6 settembre 1860, passarono anche i Cacciatori del Vesuvio diretti a Civita Superiore dove fecero sventolare la bandiera tricolore sul castello normanno.
Durante i bombardamenti che la città ebbe a subire nell’autunno del ’43 i suoi frutti contribuirono ad alleviare la fame degli sfollati bojanesi che avevano trovato riparo in montagna.
Un castagno insomma monumentale con una lunga storia interessante alle spalle che sarebbe dovuto essere sacro per la popolazione locale e non, che dopo circa un millennio in cui è stato rispettato, ammirato e amato da tutti, superando, grazie alla sua forte fibra, periodi critici di siccità e di perturbazioni di vario tipo con temperature siberiane, è stato, invece, all’improvviso profanato dai soliti delinquenti moderni che non meritano affatto di essere inclusi nella schiera delle persone civili.
All’interno del grosso albero, che da tempo immemore presenta un’ampia cavità, qualche imbecille ha acceso un fuoco come se si trattasse di un camino. Nella cavità, infatti, c’è della cenere, oltre ad uno strato di carbone nella parte interna della pianta e all’esterno delle aperture. Non è dato sapere se in quello spazio i moderni vandali abbiano addirittura collocato una graticola per fare l’arrosto.
A segnalare il gravissimo attentato a uno dei monumenti più importanti dell’intero territorio comunale di Bojano e non solo, un giovane di Campobasso che ha notato lo scempio durante un’escursione, restando letteralmente scioccato da tale inciviltà e ignoranza, che ha scattato numerose foto a testimonianza del vile e sacrilego atto delinquenziale. Non sappiamo l’entità del danno subito dal castagno e se le fiamme abbiano o meno distrutto per sempre la sua vitalità, per questo c’è bisogno con una certa sollecitudine di una approfondita ispezione da parte di un agronomo forestale per stabilire lo stato di salute ed eventualmente, se non è ancora troppo tardi, attivare con tempestività gli opportuni rimedi e cure del caso.
Urge dunque un sopralluogo da parte dei Carabinieri del Corpo forestale della Stazione di via Croce, non solo per decidere sul da farsi per quanto riguarda possibili trattamenti fitosanitari per salvare l’albero se ancora si è in tempo a farlo, ma anche per segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso avendo il fatto una rilevanza penale, per avviare quindi un’indagine in merito e tentare di risalire ai responsabili.
Il castagno di località le Cupe, infatti, è stato censito come patrimonio paesaggistico da salvaguardare, ed è stato inserito nell’elenco degli alberi monumentali della regione. Sono pochi, infatti, gli esseri viventi che possono vantare un simile primato di longevità, caratteristica che può essere sfruttata opportunamente per promuovere turisticamente il territorio fuori dai confini regionali e che, invece, per colpa di qualche sprovveduto potrebbe finire con l’essere stato danneggiato irrimediabilmente.
Forse sarebbe stato utile e opportuno collocare nelle vicinanze un cartello con le notizie della storia di questa rara pianta, riportandovi anche le pesanti sanzioni previste per chi danneggia i monumenti verdi. Chissà se con tali accorgimenti quei vandali avrebbero avuto un minimo di rispetto e di paura per le conseguenze cui sarebbero andati incontro prima di scambiarla per un camino.
Enzo Colozza