Hanno fatto tappa a San Polo Matese tre giovani viandanti che girano a piedi l’Italia con un asino, vivendo alla giornata e con lo stretto necessario, portando ovunque fanno tappa un messaggio di non violenza, fratellanza, semplicità e soprattutto un esempio di rispetto e di amore per l’ambiente. Dormono ovunque capiti, sotto il cielo stellato, la loro bussola è il vento, vivono con le proprie regole e convinzioni.
Essi sono: Alberto, 31enne, sardo, Greba e Gabriele, entrambi 20enni di Roma.
«Per tanto tempo ho vissuto con le mie ambizioni, sempre arrabbiato col mondo e con gli altri per gli orrori che quotidianamente uccidono la nostra splendida “mamma” (terra, ndr), finché un giorno ho finalmente capito che ero io la persona con cui dovevo avercela – ha spiegato Alberto -. Così, prestando finalmente attenzione alle voci che avevo dentro e al forte richiamo che avvertivo, ho lasciato la strada di plastica per cercare il vento. Libero dalle ambizioni e dall’ego è stato facile per il vento trovarmi e facile per me abbandonarmi a lui. L’ansia, l’inquietudine, la rassegnazione, la paura, la rabbia, sono state spazzate via dalla mia vita in un baleno e andando a piedi ho avuto la fortuna di poter godere di tutti i doni magici che l’intero universo ci fa. Il mio spirito ha preso il volo spinto dalla magia del vento e ho imparato a essere piccolo come una pulce e grande proprio come l’universo stesso. La felicità e la festa che vivo sono però ancora inquiete e sempre a vista della malinconia e della tristezza che il pianto continuo di nostra “madre” portano nel mio cuore».
I tre viandanti, che si sono incontrati sulla stessa strada condividendo questi ideali, hanno come stella che li guida una profezia degli indiani del Nord America che dice: quando i fiumi saranno inquinati, quando gli animali staranno per scomparire, quando la terra sarà minacciata, verranno i guerrieri dell’arcobaleno a riportare l’equilibrio naturale.
«La nostra terra sta male, l’aria e l’acqua sono malate, la nostra civiltà che ha prodotto tanta scienza e tecnologia, ora sembra smarrita di fronte al rischio che sia in gioco la sopravvivenza stessa del nostro pianeta – ancora Alberto -. Abbiamo creduto che l’uomo fosse il padrone della terra e ne potesse diventare il dominatore. Non è così: l’uomo è solo un elemento di un insieme più vasto, in stretta relazione con gli animali, le piante, il cielo e i mari. Se un elemento prevarica gli altri, non ne riconosce e non ne rispetta i ritmi e le esigenze, l’intero sistema perde la sua armonia. Fino all’anno scorso non sapevo nulla dei guerrieri dell’arcobaleno, della magia delle loro anime in festa, personalmente vivo ogni giornata come un gran regalo e per me impegnarmi a rispettare la vita e portare questo messaggio a chiunque incroci il mio cammino era tutta la festa che potevo permettermi senza sentirmi uno stupido superficiale che rideva e gioiva e festeggiava mentre nostra “madre” veniva violentata. Ma il vento – le parole di Alberto – mi ha fatto incontrare una sorella che canta, balla e lancia ponti arcobaleno leggeri come aria senza perdere la consapevolezza della profonda urgenza di agire per difenderla e il nostro incontro è subito diventato un sogno».
Prima di giungere nella piana bojanese, i tre viandanti si sono fermati a Gildone, vicino ad una bella fontana, un vecchio lavatoio che ha permesso loro di lavare i panni, di bere e cucinare. Il posto però era pieno di immondizia e chi vi lava i panni lo fa usando saponi chimici che inquinano il canale che scarica nel terreno. I tre giovani l’hanno pulita, al termine della bonifica vi hanno appeso un cartello con la speranza che le persone se ne rendano conto e ci riflettano sopra.
«Dopo la bellissima camminata nei sentierini in mezzo alle montagne che da Vinchiaturo ci ha portato quasi a Bojano e la notte passata sotto il solito cielo stellato – ha raccontato Greba -, la mattina il vento ci fa intoppare in una schifosa discarica dispersa lungo una provinciale vecchia e poco trafficata, la strada provinciale 52. Lo spettacolo è stato triste e ora che ci siamo dati un nome, “Ra-cogli”, non avevamo scuse per passare dritti, anche se la raccolta era davvero impegnativa: involucri e bottiglie di plastica, vetro e lattine, polistirolo, pannolini e una quantità enorme di rifiuti infilata in un buco di cemento, e infatti in un primo momento abbiamo pensiamo che fosse fuori portata, ma determinati abbiamo raccolto tutto, ed abbiamo chiesto aiuto per ritirare le buste riempite».
Ovviamente i tre volontari non possono da soli pulire il mondo della società incivile e consumistica, per questo lanciano un appello al fine di sensibilizzare le coscienze. «La provinciale 52 è molto sporca e richiede di intervenire al più presto, prima che diventi una discarica – ha aggiunto Gabriele -. Abbiamo già pulito un po’, ma per sensibilizzare le persone e creare legami con chi ancora ama la propria terra proviamo a proporre questo evento, il 4 settembre, alle 9.30, ci incontriamo davanti alla PC Molise La Selva del Campo che nel cartello dice di occuparsi della salvaguardia dell’ambiente e delle foreste, ma paradossalmente si trova proprio in mezzo all’immondezzaio in questione. Ridiamo al Molise un po’ della dignità persa per strada, o buttata piuttosto. Vi aspettiamo in tanti, condividete e invitate i vostri amici per favore. Grazie a tutti!».
Più di qualcuno potrebbe pensare al primo approccio che sono tre idealisti e forse un po’ particolari, invece, sono persone di una certa sensibilità, che vedono ben oltre i paraocchi di questa società incosciente e dedita ad uno sfrenato consumismo, essi cercano di trasmettere con l’esempio l’amore e il rispetto per l’ambiente, che è fonte di vita, e che purtroppo quotidianamente viene violentato nell’indifferenza generale.
Il gruppo di viandanti che ha scelto come slogan “Ra-cogli” si propone di costituire una rete diffusa a tutti i livelli, non solo per bonificare l’ambiente dai tanti rifiuti di cui è sommerso, ma soprattutto per sensibilizzare le persone al rispetto e alla non violenza in senso lato.
E.C.