È stato un grosso successo di pubblico il connubio “scuola-territorio” che la settimana scorsa ha visto circa 1.000 persone assistere al progetto M.U.S.I.C.A.A. (Musica Unità e Sintesi In Cento Anni d’Arte) promosso dall’istituto comprensivo “Amatuzio- Pallotta”.
La manifestazione ha visto il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica, in particolare con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bojano e del Comitato genitori & insegnanti, nonché con la partecipazione attiva di artisti e musicisti, quali: Associazione Musicale il Pentagramma, Work in Progress, Core, Molyou, Riserva Moac, Coro Polifonico “Laudate Hermes”, Nero opaco, Cas Eden/HR, Il Cuore in Testa, Associazione Musicale Thelonious Monk, Sporting Bovianum e UMDI.
È stato un viaggio artistico-musicale interdisciplinare che ha raccontato 100 anni di storia del panorama internazionale, partendo dalla battaglia di Caporetto per approdare alle “prigioni” di Caparezza (1917- 2017).
L’idea è nata da un’iniziativa del Miur denominata “Nessun parli…” in collaborazione con il Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica e l’utilizzo di forme di linguaggio alternative.
È stato un viaggio artistico, musicale e interdisciplinare attraverso una galleria temporale nel quale il pubblico ha potuto assistere a rappresentazioni culturali in cui la musica, la letteratura, la danza e le arti figurative sono state il filo conduttore di questi ultimi 100 anni di storia.
Si è partiti dal Primo Conflitto Mondiale, ascoltando l’inno del Corpo degli Alpini “Sul cappello” e i versi della lirica “Veglia” di Ungaretti in cui viene raccontata l’esperienza di trincea, per arrivare agli anni Trenta per ascoltare la famosa canzone “When the saints go marching in”, rivisitata in chiave jazz dal celebre musicista Louis Armstrong, e vedere i primi film a colori e i cartoni animati di Walt Disney.
Sono gli anni in cui la nazionale italiana di calcio è campione del mondo per due edizioni consecutive (’34 – ’38). Si giunge poi agli anni Sessanta caratterizzati dal concerto di Woodstock tenutosi a Bethel nello stato di New York, dalle contestazioni studentesche, dall’atterraggio del primo uomo sulla luna, da un gruppo musicale inglese, The Beatles, che spopolava con la canzone “Yellow Submarine”, dalla protesta nel 1963 di Washington per i diritti civili delle persone di colore, fino al lento ritorno alla normalità, dopo la guerra, in cui gli italiani erano incollati al televisore e c’è il ritorno ai giochi popolari. Gli anni Settanta vengono ricordati in questo viaggio dell’istituto comprensivo “Amatuzio-Pallotta”, per l’ampio uso di colori “pop” e vitaminici negli abiti e per il look decisivamente appariscenti, come i pantaloni a zampa d’elefante e le giacche di pelle da bykers, e per la bellissima canzone dei Dik Dik, “L’isola di Wight”.
Gli anni Ottanta, invece, vengono segnati dalla strage di Ustica, dal terrorismo internazionale, dalla lotta Stato-Mafia e P2, dall’attentato a Papa Giovanni II, dal disastro della centrale di Chernobyl, nel panorama musicale cominciano ad affermarsi artisti del calibro di Madonna, Duran Duran, Michael Jackson e tanti altri. L’omaggio a quegli anni ricchi di storia e avvenimenti importanti, viene rappresentato con il celebre brano “The wall” dei Pink Floyd.
Con gli anni Novanta arrivano la Play station e i cd rom, i primi cellulari e la nascita dell’Old School del Rap, la prima clonazione con la pecora Dolly, tra i brani musicali è stato ricordato “I’m a barbie girl in a barbie world…”. Sono anche gli anni del premio Nobel per la pace al leader della lotta all’Aphartaid, Nelson Mandela. Per l’occasione in un’aula è stata riprodotta una cella del carcere con all’interno una comparsa di colore nel ruolo dell’attivista sudafricano, mentre il Coro Polifonico “Laudate Hermes” di Toro ha eseguito “O Sacrum Convivium” di Luigi Molfino ed “Ego sum Panis Vivus” di William Byrd.
Si è giunti, infine, agli anni Duemila, con il nuovo millennio che ha portato tante innovazioni tecnologiche, come Google e i social network, non a caso i ragazzi che nascono nel nuovo millennio sono chiamati “Native digitals” per la loro propensione all’utilizzo di apparecchiature digitali.
È stato un breve viaggio in un secolo di storia che ha appassionato gli spettatori, ma è stato soprattutto, come del resto era l’intento dello spettacolo, quello di coinvolgere e far riflettere su tutto ciò che è stato il nostro recente passato, per non dimenticare che tutti noi siamo figli e nipoti di chi ha combattuto per la libertà e per la possibilità di continuare a credere in un mondo migliore.
Soddisfazione è stata espressa dalla dirigente scolastica, professoressa Carla Quaranta, che ha così commentato: «La manifestazione fa parte dell’iniziativa del Miur “Nessun parli” ed è stata realizzata a livello nazionale per valorizzare la musica e tutte le espressioni artistiche all’interno del percorso educativo proposto dalle scuole. L’iniziativa è stata realizzata con un gruppo che ha coordinato con grande entusiasmo i lavori e che ha visto come referente il prof Roberto Napoletano, essa è stata sostanziata dal lavoro di numerosi docenti che hanno contribuito a costruire questo percorso storico, artistico e musicale che è partito da Caporetto per arrivare a Caparezza, offrendo un periodo che va dal 1917 al 2017. È stata creata una grande mappa concettuale grazie al contributo di tutti i plessi dell’istituto, nonché delle associazioni di privati e artisti del territorio, valorizzando in questo modo la vocazione della scuola dell’autonomia. Il progetto ha avuto il patrocinio del Comune di Bojano che ringrazio, come del resto ringrazio tutti coloro che hanno collaborato per l’ottima riuscita di questa manifestazione che a detta di molti è stata molto bella ed interessante».
Enzo Colozza